N. 3/2007
DELEGATO INARCASSA PROV. DI
MACERATA
DOTT. ING. BRODOLINI
MARIO-FRANCESCO
VIA
VENIERI N. 1 62019 RECANATI (MC)
TEL/FAX/Q
071981237 E-MAIL:
m.brodolini@fastnet.it
Notizie di ruotine
Rinnovo della convenzione
Inarcassa/Unipol per RC Professionale
Inarcassa Card
Uno
strano cambio
Comitato Nazionale dei Delegati del 2 marzo 2007
–
Bilancio di previsione 2007 approvazione
Tema di fondo
Comitato Nazionale dei Delegati del 2 marzo 2007
–
Sostenibilità
Rinnovo della convenzione
Inarcassa/Unipol per RC Professionale
Anche questanno
è stata rinnovata la convenzione Inarcassa/Unipol sia per RC Professionale,
sia per RC legge Merloni, ad anche questanno Inarcassa ha ottenuto
miglioramenti
– uno sconto generale del 3%
– aumento dei massimali
– copertura sisimica (errori
progettuali, chiaramente non levento sismico)
– un ulteriore sconto sui
redditi della fascia alta (ove la polizza Unipol era meno competitiva)
Tale
miglioramento si è potuto ottenere per lespansione della polizza di un
ulteriore 10% (sono quasi 10.000 i giovani aderenti).
Inarcassa Card
Anche in questo
caso miglioramenti:
– carta di credito
aggiuntiva per i familiari o conviventi, a valere sul proprio conto corrente
Per ulteriori
informazioni:
– sito Internet
di Inarcassa
– n. verde 800
016 318 inarcassa.card@popso.it
Uno
strano cambio
Per chi vuol sapere come va, e come andrà a finire.
Riprendo largomento, riguardante la sostituzione del componente
effettivo e supplente in rappresentanza del Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale nel Collegio dei Revisori dei Conti, rinviando ai due
precedenti articoli per lantefatto.
Con lettera del 13/2/07 Inarcassa ha comunicato ai Delegati che
il TAR del Lazio, accogliendo la domanda cautelare del Rag. Roberto Trovato
ha disposto la sospensiva del provvedimento adottato dal Ministero del
Lavoro e della Previdenza Sociale.
Torna quindi la composizione del precedente Collegio di Revisori
dei Conti.
Ci risentiremo appena ci saranno novità.
Comitato Nazionale dei Delegati del 26 gennaio 2007
–
Bilancio di previsione 2007 approvazione
Come previsto è stato approvato il Bilancio di previsione 2007
con le modeste correzioni anticipate nel precedente comunicato. Per i numeri
sono da ritenere in sostanza validi quelli che ho sintetizzato nellultimo
comunicato del 2006.
Comitato Nazionale dei Delegati del 26 gennaio 2007
–
Sostenibilità
E ancora proseguito il dibattito su uno dei temi di fondo di
Inarcassa, la sostenibilità dellEnte nel lungo periodo, e questa volta il
CDA ha presentato le sue proposte che sintetizzo, commento brevemente,
talvolta con esempi numerici.
Proposte ancora da discutere e modificare prima di diventare
operative; riferisco solo le più importanti modifiche statutarie proposte.
–
Contributo soggettivo al 12% dal 1.1.2008
Penso sarà inevitabile
–
Contributo soggettivo al 13% dal 1.1.2009
Penso possa essere eventualmente approvato più avanti nel tempo,
magari dopo laggiornamento degli studi attuariali
–
Contributo soggettivo al 14% dal 1.1.2010
Vedi nota precedente, inoltre personalmente ritengo eccessivo
tale aumento
–
Contributo soggettivo al 15% dal 1.1.2010
Vedi nota precedente
LUfficio Studi di Inarcassa ha valutato che se, alle attuali
condizioni Inarcassa va in bancarotta (consentitemi il termine) nellanno
2040, con questo pacchetto di proposte andrà in bancarotta nel 2048
–
Contributo soggettivo minimo, raddoppio nel 2008
Una stangata per i meno abbienti, costretti a versare oltre le
proprie forze, ma con risultati positivi ai fini pensionistici, il reddito
di riferimento non sarà in tal caso il reddito IRPEF dichiarato, ma il
reddito convenzionale che darebbe origine a quel versamento.
Esempio:
Attualmente il minimo si attesta a 883,14 , raddopiando si
arriva a 1766,28 che diventa, tra inflazione ed arrotondamento, ad esempio
1.800 /anno.
Si fissi ad esempio il soggettivo al 12% del reddito.
Chi guadagna sempre per esempio 7.500 /anno al 12% dovrebbe
pagare 900 /anno che, per effetto dei minimi diventano 1.800 /anno tale e
quale a chi guadagna 15.000 /anno.
La novità è che entrambi si vedranno calcolata la pensione con
un reddito, vero o fittizio, di 15.000 per quellanno.
Continuiamo con lesempio, supponendo linflazione a zero e
semplificando al massimo, e supponiamo che la media, calcolata alla vecchia
maniera, dia come risultato, in 40 anni, 20.000 , in presenza di 10 anni a
reddito 7.500 .
Il totale redditi reale è 800.000 , il nuovo convenzionale sarà
800.000 + 7.500 x 10 = 875.000 cui corrisponde una pensione annua, nei due
casi 2% x 800.000 = 16.000 e 2% x 875.000 = 17.500 .
In breve si sono anticipati 900 per 10 anni = 9.000 ma
mediamente si prenderanno 1.500 lanno per 18 anni (vita media oltre i 65
anni di età) pari a 27.000 il che conferma ancora una volta che in
Inarcassa, con le pensioni calcolate con il sistema retributivo, paghi 1 e
prendi 3 (con il contributivo paghi 1 e prendi 1).
Che cosa succede per chi è sempre a reddito zero?
Attualmente pagando sempre i minimi (40 anni per 1.200 anno
sempre semplificando ed arrotondando-) si versano 48.000 per prendere la
pensione minima (otto volte il contributo minimo) 9.600 /anno che per 18
anni (vita media oltre i 65) rendono 172.800 (paghi 1 prendi 3,6). Alla
cassa mancano 172.800-48.000= 124.000 .
Con il sistema proposto 1.800 /anno per 40 anni si versano
72.000 ; media redditi convenzionale 15.000 x 40 x 2% =12.000 /anno che
per 18 anni (vita media oltre i 65) rendono 216.000 (paghi 1 prendi 3 come
previsto). Alla cassa mancano 216.000 -72.000= 144.000 .
In breve per la cassa migliora il rapporto dare avere, ma la
situazione peggiora aumentando lindebitamento.
Come già riferito cè qualche furbo che fa un altro mestiere o
magari vive di rendita ma, fatti due conti, si iscrive ad Inarcassa in
quanto paga 1 e prende 3,6; con le modifiche proposte paga 1 e prede 3, ma
su cifre più alte, quindi con un vantaggio economico maggiore.
Se è giusto sacrificare delle risorse per dare pensioni minime
accettabili ai meno fortunate, non lo è per chi vive di rendita o fa un
mestiere diverso.
Purtroppo non vi è traccia della mia proposta di non considerare
anni utili al pensionamento anni a reddito inferiore a 5.000 oltre il
quinto anno anche non consecutivo se non in presenza di adeguate motivazioni
(ad esempio malattia che si protragga per 10 anni poi si risolva
favorevolmente).
Tale proposta scaturisce dalla semplice considerazione che chi è
sempre a reddito zero evidentemente fa un mestiere diverso o vive di
rendita. 5.000 lanno è il limite tra la prestazione occasionale e non
(riforma Dini). Qualcuno può avere anni a reddito zero o reddito basso
(malattia, lavoro saltuario o con datori di lavoro che in alcuni anni non
pagano) ma difficilmente tale situazione si verificherà per più di 5 volte
nella vita.
–
Sganciamento dal 1.1.2008 della pensione minima dal minimo di contribuzione
Apre la strada ad ulteriori eventuali inasprimenti verso i
redditi più deboli, senza incidere in sostanza sulla vita della cassa
(leffetto cioè è modesto, inferiore a sei mesi)
–
Contribuzione ridotta per i primi cinque anni invece che per i primi 3
Un misero palliativo rispetto le due proposte dianzi esposte
LUfficio Studi di Inarcassa ha valutato la scarsa incidenza
sulla vita della cassa (medo di 6 mesi di sopravvivenza aggiuntiva)
–
Eliminazione del minimo sul contributo integrativo (oggi al 2%)
Finalmente una mia proposta presa in considerazione che
eliminerebbe laccanimento contro i redditi modesti (spero rimanga, anche
perché lUfficio Studi di Inarcassa ha valutato leffetto modesto -inferiore
a sei mesi-)
–
Raddoppio del contributo integrativo (oggi al 2%, andrebbe al 4% dal 2008)
La proposta è già stata avanzata, ma non è stata ancora avallata
dai Ministeri (che pretendono un pacchetto organico di proposte, con
indirizzo più o meno velatamente esposto al contributivo).
Come non condividere tale proposta (peraltro già in vigore
presso altre casse) che porta solo benefici alla cassa senza arrecare danni
(teoricamente) alle tasche dei contribuenti? Stranamente non trovo le
conclusioni in merito dellUfficio Studi, ma ritengo di non essere lontano
dalla realtà se indico un beneficio valutabile in 8 anni di allungamento di
vita della cassa.
– Minimo
di permanenza alla cassa per la pensione di vecchiaia da elevare dal
1.1.2008 da 30 a 35 anni
Una carognata sulla carognata nei confronti dei Pensionati di
Altro Ente i cosiddetti PAE -.
Un esempio pratico che in parte corrisponde al sottoscritto.
A conti fatti, con le regole dellepoca non si può avere la
sfera di cristallo il sottoscritto andò in pensione da altro ente con la
prospettiva della restituzione dei contributi Inarcassa al compimento del
65° anno di età.
Carognata 1 Dopo quasi 20 anni di permanenza alla cassa –
modifica statutaria sfociata nel decreto interministeriale del 22.7.2005
(G.U. del 21.9.2005, n. 220) contro cui assieme ad altri si è ricorso al TAR
del Lazio e si è in attesa dellesito. In due parole con tale modifica la
restituzione dei contributi diventa un miraggio (per un paio danni non
compio i fatidici 65 anni nel 2008)
Conseguenze: delle due luna
pensione contributiva obbligatoria (dovrò campare sino ad 83
anni abbondanti per poter riprendere miei soldi, sempre che non venga
studiata unulteriore carognata)
in alternativa rinunciare alla pensione sino al compimento dei
30 anni cassa (6 più tardi, a 71 anni suonati) per ottenere la pensione
retributiva (ben più sostanziosa, più del triplo). Due conti ed è facile
vedere che in questo secondo modo mi sarebbe bastato arrivare a 78 anni per
poter riprendere miei soldi, il rischio di premorienza (salute permettendo)
vale la pena di essere corso, ma
.. ora la proposta carogna da 30 a 35
anni per per ottenere la pensione retributiva.
Conseguenze: delle due luna
pensione contributiva obbligatoria (per effetto dei diversi
coefficienti legati alletà dovrò campare sempre sino ad 83 anni abbondanti
per poter riprendere miei soldi, sempre che non venga studiata unulteriore
carognata)
pensione retributiva a 76 anni abbondanti e così dovrò campare
sino ad 83 anni scarsi per poter riprendere miei soldi, sempre che non venga
, ma in questo caso il rischio non vale più la pena di essere corso.
Nel caso specifico la norma transitoria (oltre 20 anni di
iscrizione o più di 55 anni di età) permette al sottoscritto di sfuggire
alla seconda carognata (dopo oltre 21 anni di iscrizione alla Cassa quale
libero professionista, e superati abbondantemente i sessanta, mi sono
confuso tra le maglie dei professionisti di serie A, ma occorre dirlo
piano, tra parentesi, non sis a mai tante volte qualcuno dovesse accorgersi
e trovare la norma per il distinguo).
Morale: il collega architetto Delegato di Macerata, sempre più
contento e disteso, in quanto ora è in pensione cassa (retributiva) ha un
ulteriore motivo di rallegrarsi (più gli altri vengono spremuti come limoni,
più soldi restano nelle casse di Inarcassa e più i liberi professionisti
puri, o carogne, a seconda dei punti di vista, si rallegrano, in fin dei
conti il vecchio detto mors tua, vita mea è sempre valido.
Ripeto quanto detto nel mio comunicato 8/2003
Il collega
architetto di Macerata (di serie A) ad ogni votazione sullargomento
commenta così: con questo voto oggi ti prendo qualche decina di migliaia di
euro (tempo addietro diceva … milioni di lire) ed in buona sostanza ha
perfettamente ragione.
Se la vita media si alza perché non portare letà pensionabile a
70 o più anni? In fin dei conti se letà pensionabile per i PAE è di 76 non
si vede perché non possa prendersi in considerazione tale proposta, ma già
lo so, è pura utopia pensarlo, sarà realisticamente necessario valutare se
vi è la possibilità di difendere i calpestati diritti delle minoranze per
via legale.
–
Pensione di anzianità con 40 e non più 35 anni di contribuzione, ma solo per
chi al 1.1.2008 non ha 55 anni di età o non ha 20 anni di contributi
Modifica doverosa (si tratta delle pensioni più vantaggiose in
assoluto) e guarda caso questa volta i diritti degli iscritti più anziani
vengono ampiamente tutelati (non sono mica dei PAE) a scapito ovviamente dei
più giovani, un vero trionfo della disparità di trattamento applicata anche
ai giovani ed agli anziani.
Le due proposte precedenti combinate inzieme portano la vita
della cassa dal 2040 al 2052 (ufficio Studi) e la seconda, visto il numero
degli utilizzatori, è trascurabile rispetto la prima; ognuno può trarre le
sue conclusioni
–
Riduzione della pensione di anzianità a seconda delletà, il 17,3% in meno
per chi va in pensione a 58 anni, 15,3% in meno per chi va in pensione a 59
anni
.. 3% in meno per chi va in pensione a 64 anni
Dapprima una considerazione: con
laria che tira il riscatto degli anni di laurea o militare rischia di
diventare un oneroso anticipo di capitale che potrebbe non dare alcun
frutto, anzi si rischia di dover campare obbligatoriamente sino ad 83 anni
per ottenere indietro il versato, quindi chi avrà riscattato sarà da
considerare uneccezione.
Poi un piccolo conteggio: laurea a 25 anni, più 40 di anzianità
e la tabella riduttiva andrà a colpire solo chi avrà riscattato, motivo in
più per non riscattare!
Soltanto i superfavoriti attuali potranno ricadere nella
tabella, ma costoro già hanno un buon 40-50% in più per cui rinunciare ad un
15-17% o meno è sempre un buon prendere.
–
Pensioni di reversibilità o indirette elevate da un minimo del 60% ad un
minimo dell80%
La vita cassa si accorcerebbe di un anno (2039) ed il concetto è
sempre quello: chi più prende prenderà proporzionalmente di più, chi meno
prende
..
Meglio sarebbe stato fissare un minimo per le pensioni di
reversibilità in quanto chi sarà costretto al contributivo avrà pensioni
così basse il cui 80% sarà talmente basso da diventare
. zero! (da più
parti si sta introducendo il concetto che se una pensione è al di sotto ad
esempio della metà della pensione minima non la si dà per niente -non vale
neppure la pena di fare la fila allufficio postale!-)
–
Modalità di pagamento dei contributi stabilite dal CDA
Se da una parte snellisce le procedure, evitando di passare
dalle lungaggini dei Ministeri, dallaltro apre la strada a riscossioni
anticipate rispetto alle modalità odierne
–
Pensione calcolata dal 1.1.2010 con la media dei migliori 21 anni di tutti i
redditi professionali
–
Pensione calcolata dal 1.1.2011 con la media dei migliori 22 anni di tutti i
redditi professionali
–
Pensione calcolata dal 1.1.2012 con la media dei migliori 23 anni di tutti i
redditi professionali
– e così
via sino alla pensione calcolata con la media dei migliori 30 anni di tutti
i redditi professionali
Al solito si penalizzano i giovani!
Concludendo, il vero nocciolo del problema è solo sfiorato. La
cassa non può sostenersi se alcuni (tanti) pagano 1 e prendono 3, altri
(pochi) pagano 1 e prendono 5, altri ancora (pochi) prendono meno di quello
che versano; per quanto abili siano gli uffici nellinvestire non si possono
avere rendimenti tali da triplicare mediamente i capitali nellarco della
vita lavorativa.
La soluzione maestra è, oltre quella di aumentare le entrate,
che è la via sopra proposta, anche quella di ridurre le uscite.
Come?
– Aumentare letà pensionabile
– Ridurre le aliquote per il calcolo dei trattamentoi
– Entrambe le cose.
Solo mettendo mano anche a questa seconda via si potrà andare
verso una minore disparità di trattamento che, con le proposte avanzate,
anziché diminuire aumenta.
Se non si vuole andare in questa direzione allora il tanto
denigrato contributivo auspicato anche dai Ministeri è meno peggio di
quanto proposto. In fin dei conti, potendo Inarcassa su buoni capitali che
sa far rendere, potrebbe usare unaliquota per le prestazioni superiore a
quella di altri enti, pur restando saldamente sostenibile.
Spero che tanti delegati si battano assieme a me per ribaltare
il senso delle proposte, sempre tenendo in vista la sostenibilità dellEnte.
Alla prossima
BRODOLINI
MARIO-FRANCESCO
DELEGATO INARCASSA PER LA
PROVINCIA DI MACERATA |