N.
7/2006
DELEGATO INARCASSA PROV. DI
MACERATA
DOTT. ING. BRODOLINI
MARIO-FRANCESCO
VIA
VENIERI N. 1 62019 RECANATI (MC)
TEL/FAX/Q
071981237 E-MAIL: m.brodolini@fastnet.it
– Come
promesso unarticolo a tema unico (con esempi numerici da tenere ben
presenti e richiesta di Vostro parere (una specie di mini sondaggio su come
la pensano i vari ingegneri ed architetti).
–
Sostenibilità di Inarcassa nel medio-lungo periodo
(in
previsione di modifiche agli artt. 22,23,25,26,35 e 42 dello Statuto)
Largomento interessa tutti gli ingegneri e architetti che in
qualche modo hanno rapporti con Inarcassa o altri Enti Previdenziali ed
Assistenziali, cioè interessa tutti.
Finanziaria 2007 art. 85
(Misure in
materia previdenziale) …….. come vedrete non siamo fuori tema (se
volete saltare quanto in carattere più piccolo non perderete il filo del
discorso, i dettagli sì)
1.
Con effetto dal 1° gennaio 2007 le aliquote contributive per il
finanziamento delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigiani e
commercianti iscritti alle gestioni autonome dell’INPS sono stabilite in
misura pari al 19,5 per cento. A decorrere dal 1° gennaio 2008, le predette
aliquote sono elevate al 20 per cento.
2. Con effetto dal 1° gennaio 2007, laliquota contributiva di finanziamento
per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria ed alle forme
sostitutive ed esclusive della medesima, è elevata di 0,3 punti percentuali,
per la quota a carico del lavoratore. In conseguenza del predetto
incremento, le aliquote di cui al presente comma non possono comunque
superare, nella somma delle quote dovute dal lavoratore e dal datore di
lavoro, il 33 per cento.
3. Con effetto
dal 1° gennaio 2007
laliquota contributiva pensionistica
per gli iscritti alla gestione separata di cui allarticolo 2, comma 26,
della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre
forme obbligatorie,
e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni
pensionistiche sono stabilite in misura pari al 23 per cento. Con effetto
dalla medesima data per i rimanenti iscritti alla predetta gestione
laliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva
per il computo delle prestazioni pensionistiche sono stabilite in misura
pari al 16 per cento.
4.
.
Sento
già lobiezione: ma Inarcassa è o non è una cassa privata (meglio dire
privatizzata)?
Si ma
sotto il controllo Ministeriale, quindi volente o nolente deve
assoggettarsi ad alcune direttive, ed eccole le direttive, le ho appena
citate dalla finanziaria: le aliquote contributive salgono
33%
20%
16% etc.
Notare il comma 3
che interessa i professionisti ingegneri o architetti che non siano iscritti
ad Inarcassa, esempio tipico i dipendenti che fanno atti di libera
professione e che oggi versano allINPS il 10%, dal 2007 verseranno il 16%
(aumento del contributo del 60%).
Perché tutto questo?
E
una logica conseguenza della legge Dini richiamata dalla finanziaria (legge
8 agosto 1995, n. 335 Riforma delle Pensioni).
In
due parole a regime per gli Enti Pubblici le pensioni si calcoleranno col
metodo contributivo e non più col metodo retributivo.
Il
concetto è questo (chi lo sa già salti pure):
– contributivo
la pensione è commisurata a quanto hai versato; se vivi nella media, alla
fine prenderai quanto hai versato (tanto verso – tanto prendo – ed il
sistema è in equilibrio)
–
retributivo – la
pensione non è commisurata a quanto hai versato ma al tenore di vita (i
redditi) prima del pensionamento, ed in genere, se vivi nella media, alla
fine prenderai molto più di quanto hai versato (ed il sistema non è più in
equilibrio, a lungo andare non è sostenibile, un pò come la catena di
SantAntonio che prima o poi si spezza).
Con
tale sistema (retributivo) in Inarcassa si arriva a prendere molto di più
del versato (3, 4, 5 o volte di più a seconda dei casi).
Ho
semplificato anche troppo, perché ci sono tanti altri aspetti da prendere in
considerazione, e largomento è ostico per cui propongo alcuni esempi per
chiarire le idée.
Esempio
contributivo
Si prendono in considerazione le
tavole RG48 per la vita media (se ne potrebbero prendere altre, ad esempio
quelle ISTAT 2002, ma ritengo le RG48 migliori). Per i maschi a 65 anni di
età si attende una vita media di poco più di 83 anni.
Mi laureo a 25 anni,
lavoro per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese
(è solo un esempio, potrei mettere 2-3000
euro al mese, il risultato finale nella sostanza sarà simile), pari a a
60.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente linflazione, o
se volete immaginiamo inflazione zero, saggio di interesse zero) quindi
2.400.000 di euro nel complesso dellattività e, se pago il 10% di
contributo (valore attuale del soggettivo), verso 240.000 euro di
contributo soggettivo. Con il sistema
contributivo i
240.000 euro mi verranno restituiti in 18 anni (83-65) quindi con una
semplice divisione circa 13.000 euro lanno, poco più di 1.000 euro al mese.
Il mio tenore di vita è sceso di circa 5 volte! Se si tiene conto che
disponevo del 90% (il 10% andava allEnte Previdenziale) cioè di 4.500 euro
al mese il mio tenore di vita è sceso di circa 4,5 volte!
Finanziaria comma 2, stesso esempio con aliquota 33%
. lavoro
per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese
.. verso allINPS
792.000 euro
.. restituiti in 18 anni
3.667 euro al
mese
.. il mio tenore di vita è quasi il 75% di prima
.. se si tiene conto
che disponevo del 67% (il 33% andava allINPS) cioè di 3.350 euro al mese il
mio tenore di vita è più che mantenuto (3.667 euro al mese).
Morale della favola, con il
contributivo, se si vuole una pensione che mantenga il tenore di vita (il
cosiddetto 1° pilastro) occorre versare circa il 33% di quanto si guadagna.
Versando
il 10% le pensioni (di 1° pilastro) saranno da fame. Ci sarebbe da
introdurre il concetto di 2° pilastro (3° pilastro) ma non voglio mettere
troppa carne al fuoco.
Esempio
retributivo
stessi numeri dellesempio precedente. E lesempio tipico del pensionato
Inarcassa che chiamerò R (per ricordare il pensionamento Retributivo, una
volta li chiamavo professionisti di serie A per cui se troverete A a ed R
sono la stessa cosa).
Si prendono in considerazione le
tavole RG48
. . Per i maschi (categoria prevalente di iscritti ad
Inarcassa) a 65 anni di età si attende una vita media di poco più di 83
anni. R si laurea a 25 anni,
lavora per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese,
pari a a 60.000 euro lanno (in tale valore
si considera già presente linflazione
.) quindi 2.400.000 di euro nel
complesso dellattività, e se paga il 10% di contributo (valore attuale del
soggettivo) versa ad Inarcassa 240.000 euro. Con il
retributivo la
pensione di R sarà
(vedi n. 1 del trimestrale Inarcassa pag 43 e seguenti, in particolare la
tabella di pag. 46) 45.400
euro lanno, quasi 3.800 euro al mese. Il tenore di vita è poco più del 75%
di prima! Se si tiene conto che si disponeva del 90% (il 10% andava ad
Inarcassa) cioè di 4.500 euro al mese il tenore di vita è poco più dell85%
di prima!
Da notare che in 18 anni, ad 83 anni R avrà percepito 45.400 x
18 = 817.200 euro, contro 240.000 euro versati, quasi tre volte e mezzo il
versato.
Esempio relativo ad
un tecnico più
sfortunato, che magari ha dovuto lavorare e studiare assieme laureandosi
tardi, ad esempio a 45 anni, o che comunque per qualsiasi motivo (salute,
provenienza dallestero o qualsiasi altra ipotesi vogliate fare) è stato
nella gestione Inarcassa per 20 anni. E lesempio tipico del pensionato
Inarcassa che chiamerò C (per ricordare il pensionamento Contributivo).
Si prendono in considerazione le
tavole RG48
. . Per i maschi (categoria prevalente di iscritti ad
Inarcassa) a 65 anni di età si attende una vita media di poco più di 83
anni. C lavora per 20 anni
quale libero professionista guadagnando, nel periodo di lavoro,
costantemente 10.000 euro al mese (magari,
serve solo per avere nellesempio gli stessi versamenti Inarcassa, in genere
C guadagna, nella realtà, molto meno di R), pari a a 120.000 euro lanno (in
tale valore si considera già presente linflazione
.) quindi 2.400.000 di
euro nel complesso dellattività (Inarcassa), e se paga il 10% di contributo
(valore attuale del soggettivo) versa ad Inarcassa 240.000 euro e
giunge così a 65 anni. Con il
contributivo (non
avendo almeno 30 anni di contributi non si ha accesso al retributivo,
mancano 10 anni nellesempio) la pensione di C sarà (vedasi il Regolamento
per il calcolo della prestazione supplementare reversibile sul sito internet
di Inarcassa) 6,136% (coeff. di trasformazione a 65 anni) moltiplicato
216.000 (95% del versato) per una pensione di 13.254 euro lanno poco più di
1.100 euro al mese.
Da notare che in 18 anni, ad 83 anni C avrà percepito
13.254 x
18 = 238.568 euro, circa i 240.000 euro versati, e siamo più o meno è pari e
patta.
Da notare ancora che, versando la stessa cifra (240.000 euro)
R prende una
pensione di 4.500 euro al mese, C di
1.100 euro al
mese, per cui a conti fatti gli converrebbe lavorare altri 10 anni e
prendere la pensione R (ma non è dato sapere perchè lo sfortunato R non
possa rin
.. citrullirsi come gli altri a 65 anni).
Da
notare ancora che chi può vantare 14 anni presso unaltro Ente Previdenziale
e solo 6 anni in Inarcassa, con la Totalizzazione, sia pur di poco, ma è
trattato economicamente meglio di C.
Non
mi si venga a dire che in Inarcassa non ci sono figli e figliastri, o se
volete professionisti di serie A e di serie B
serie C
.. serie R
. serie
T etc., i numeri parlano chiaro! Cè una forbice, cè un cuneo, cè un
qualcosaltro, inventatevi voi il termine, comunque resta il fatto che
qualcosa non quadra, e di molto!
Le
solite voci
è sempre lui
. guarda caso, senza dirlo apertamente,
ripropone la solita storia dei pensionati baby
.. ma i baby pensionati sono
già fortunati in quanto da anni prendono la pensione
.
Stavolta lavete detto voi ma comunque rispondo volentieri.
– Gli
sfortunati esistono davvero e con questi ed I loro familiari la Cassa è
davvero dura, la loro pensione sarà da fame, altro che solidarietà verso i
più deboli!
–
Guarda caso lesempio sembra fatto su misura per il Pensionato di altro Ente
(detto PAE), ed il comportamento della Cassa è lo stesso di prima!
Ma
poi perché prendersela con i PAE? Chi ha impedito agli altri di fare lo
stesso percorso? Non potevano trovarsi un posto da dipendente per una
ventina danni anche loro? Di che si lamentano, lopportunità non cera per
tutti? O non hanno capito, o non sono stati capaci o non hanno voluto
rischiare, perché comunque è stata una scelta di vita anche rischiosa che
poteva chiudersi ben diversamente (si poteva restare intrappolati per sempre
come dipendenti
si poteva perdere la pensione
potevano cambiare le
regole come più tardi in effetti sono cambiate
). Tra laltro nella
maggioranza dei casi si tratta anche di una baby pensione (baby in questo
caso sta per misera) che va a sommarsi ad una pensione da elemosina che non
complesso fa sempre una pensione misera.
Comunque sia il pensionamento è un capitolo chiuso come sostengono tutte le
parti. Il PAE e tale e quale lo sfortunato dellesempio, né più né meno.
Perché tirar fuori largomento e accampare pretesti solo in determinate
occasioni? Ovvio, solo per trarne ingiusti vantaggi.
Questa volta sì che le critiche sono fondate: chi ha scelto da sempre la
libera professione, con quale diritto ha dapprima espulso da Inarcassa
(allora CNPAIA) i lavoratori dipendenti
. per poi riprenderli forzosamente
. per di più con catrastrofici risvolti economici legati alla retroattività
(risvolti economici ovviamente positivi per la Cassa che i suoi conti li sa
far bene, e non ha certo voluto i PAE per dar loro la pensione, ma per
prenderne i soldi e restituire lelemosina) promettendo
quanto meno
una restituzione del versato (ad interessi composti del 5%
quando gli interessi erano a due cifre
)
. poi una
restituizione ridotta al 95% del versato (più qualche spiccio)
poi una
mini pensione contributiva (che chiamo elemosina, ve ne renderete conto nel
prosieguo della lettura)!
E
qualcuno, se può, dimostri il contrario!
Insorgono, e come se insorgono i professionisti di serie A o serie R quando
si propone il metodo contributivo anche per loro! Ma non è forse quanto loro
hanno imposto, volenti o nolenti, ai professionisti loro più sfortunati
colleghi di serie C, o PAE?
E la
proposta di dare a tutti il trattamento retributivo sino a 65 anni, ed a
tutti il trattamento contributivo dopo i 65 anni? Non se ne parla neppure,
eppure lho fatta, le registrazioni non mentono, ma nessuno ha provato a
studiarla. Tra contenzioso che si elimina, ed il numero limitato di casi,
nel bilancio cassa non credo ci si possa neppure accorgere.
Come
si dice pan per focaccia ma, forti del loro maggior numero, i
professionisti di serie A o serie R impongono il pane ma non accettano la
focaccia, alla faccia della democrazia.
Ribadisco il concetto che è chiarissimo dagli esempi numerici sopra esposti:
Inarcassa fa da tempo il Robin Hood alla rovescia rubando ai poveri
(sfortunati di serie C -anche qui cè stata una retrocessione- o PAE che
siano) per dare ai ricchi (che godono del retributivo e mediamente prendono
il triplo di quello che danno).
Ancora sento le solite critiche.
non è vero
e gli interessi
. versare
per 20 anni o per 40 non è la stessa cosa
non sai fare bene i conti
etc.
Ve lo
siete voluto, debbo ritornare ai conteggi.
Gli
esempi teorici di cui sopra, tengono implicitamente conto dellinflazione
(vi rimando a pag. 44 del n. 1 di Inarcassa)
ma non del fatto che il capitale anticipato rende
(o dovrebbe rendere), per cui, versando anticipatamente, si ha un surplus di
valore. Peraltro tale surplus viene (impropriamente, ma è così) tassato
dallo stato italiano (inflazione compresa), ed in più ci sono delle spese di
gestione, per cui il rendimento netto reale non coincide con quello teorico.
Inarcassa peraltro è uno dei migliori investitori europei
(almeno da quando ha una gestione privatizzata, certamente non prima quando
aveva scelte imposte dai Ministeri).
Si possono fare varie ipotesi a vari tassi di interesse
reale, e qui occorrerebbe, oltre che scomodare la matematica finanziaria,
avere la sfera di cristallo per sapere cosa accadrà (indovinare i tassi di
interesse).
Oggi con i vari fogli elettronici, è facile effettuare
simulazioni a vari tassi di interesse, per cui, risparmiandovi i calcoli, vi
dò i risultati. Conteggio per A con 40 anni di contribuzione
Interesse netto reale, versando quote costanti e poi
restituendo quote costanti, come da esempi precedenti si ha
– interesse reale netto composto 1% (basso per Inarcassa), versando la cifra
annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non è 40 ma 40 più
interessi cioè 49,38 (cioè negli esempi anziché
240.000 euro, è come se fossero stati
versati 296.280 euro)
– interesse reale netto composto 2% (Inarcassa lo raggiunge e lo supera),
versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non
è 40 ma 40 più interessi cioè 61,61 (cioè negli esempi anziché
240.000 euro, è come se fossero stati
versati 369.660 euro)
– interesse reale
netto composto 3% (difficilmente raggiungibile), versando la cifra annuale 1
(unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non è 40 ma 40 più interessi
cioè 77,66 (cioè negli esempi anziché 240.000 euro, è come se fossero
stati versati 465.960 euro)
– interesse reale netto composto 4% (quasi impossibile da raggiungere),
versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non
è 40 ma 40 più interessi cioè 98,83 (cioè negli esempi anziché
240.000 euro, è come se fossero stati
versati 592.980 euro)
– interesse reale netto composto 5% (realmente impossibile da raggiungere),
versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non
è 40 ma 40 più interessi cioè 126,84 (cioè negli esempi anziché
240.000 euro, è come se fossero stati
versati 761.040 euro)
Si potrebbe continuare ma rendimenti netti superiori al 5%
non hanno riscontro nella realtà attuale.
Stesso conteggio per C con 20 anni di contribuzione
– interesse reale netto composto 1%, versando la cifra annuale 1 (unitaria),
dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 22,24
(cioè negli esempi anziché 240.000
euro, è come se fossero stati versati 266.880 euro)
– interesse reale netto composto 2%, versando la cifra annuale 1 (unitaria),
dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 24,78
(cioè negli esempi anziché 240.000
euro, è come se fossero stati versati 297.360 euro)
– interesse reale
netto composto 3%, versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 20 anni il
capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 27,68 (cioè negli esempi
anziché 240.000 euro, è come se fossero stati versati 332.160 euro)
– interesse reale netto composto 4%, versando la cifra annuale 1 (unitaria),
dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 30,97
(cioè negli esempi anziché 240.000
euro, è come se fossero stati versati 371.640 euro)
– interesse reale netto composto 5%, versando la cifra annuale 1 (unitaria),
dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 34,72
(cioè negli esempi anziché 240.000
euro, è come se fossero stati versati 416.640 euro)
E facile constatare che C versa meno di A al crescere del tasso
di interesse, per cui la situazione, al crescere del tasso di interesse per
C migliora in proporzione come segue (i conti ve li risparmio, ma non sono
poi così difficili)
ad interesse 0% con il contributivo, come
visto C prende il 29,1938% di A
ad interesse 1% recupera circa l11% cioè
prende il 32,41% di A
ad
interesse 2% recupera circa il 24% cioè prende il 36,29% di A
ad
interesse 3% recupera circa il 40% cioè prende il 40,96% di A
ad interesse 4% recupera circa il 59% cioè
prende il 46,58 % di A
ad interesse 5% recupera circa l83% cioè
prende il 53,33% di A
il che
significa che siamo, grosso modo, tra un terzo ed un mezzo del valore.
Conteggiando attorno ad un reale 2,5% si vede che il ritorno dei
soldi di C è comunque meno del 40% dell ritorno dei soldi di A.
Se ci
si rivolge ad una compagnia di assicurazione per avere una rendita, a parità
di capitale versato nello stesso momento, la rendita è la stessa perbacco!
Posso anche essere daccordo su un moderato distinguo di Inarcassa in quant
oil saggio di interesse non è facimente determinabile, ma a parità di
versamenti ricevere meno del 40% degli altri non è e non può essere equo! I
professionisti di serie A ricevono il 250% di quanto ricevono i
professionisti di serie B, e se non è disparità di trattamento questa!
Quando facevo queste considerazioni e questi interventi in sede di C.N.D.
vengo pure fischiato e sfottuto a scena aperta! Come si dice Mazziato e
Cornuto (invertendo lordine dei fattori il risultato non cambia). Ora li
faccio per iscritto almeno sento sol il fischio delle mie orecchie
(acufele).
Ancora sento le solite critiche.
se
. ma
etc. è ora di smetterla, la
sostanza è quella sopra detta, ci sono tantissime altre variabili, ma il
resto è solo contorno, sposta quantità insignificati, e la chiudiamo qui.
Una
volta conclamata la disparità di trattamento dellutenza (ingegneri o
architetti di serie A, di serie B, di serie C etc. ma non vi annoio oltre
rimandandovi a precedenti articoli, 2/1999, 3/2001, 3/2003) è interessante
vedere come funzionano le cose dal punto di vista di Inarcassa, sempre con
gli esempi numerici di cui sopra.
Per
semplificare prendo un tasso di interesse del 3%
(rendimento reale del capitale di Inarcassa, sperando di indovinare; se tale
tasso sarà inferiore per Inarcassa le cose andranno peggio viceversa se tale
tasso sarà superiore).
Inarcassa, una volta incassati i 465.960 euro (da R che ha versato
per 40 anni) o
332.160 euro (da C che ha versato per 20 anni) inizia a fornire le
sue prestazioni.
Poichè dopo i 65 anni
normalmente si ha il contributivo per tutti, è ininfluente che si continui
lattività o meno, e per semplificare ancora, immaginiamo che in entrambi i
casi dopo i 65 anni
ingegneri o architetti smettano di lavorare (se poi continuano, come
vedremo, Inarcassa qualcosa ci guadagna ancora).
R –
incassati i 465.960 euro la prestazione è di 45.400 euro lanno,
ma si potrebbe fare il calcolo mensilmente, calcolo che vi risparmio, tanto
la sostanza cambia poco, e, sempre a favore Inarcassa ipotizzo un pagamento
annuale posticipato, mentre il capitale residuo continua a fruttare
il 3% annuo composto.
Dopo 1 anno i 465.960 euro diventano 479.939 che detratti di
45.400 danno un capitale residuo di 434.539 euro.
A loro volta dopo 2 anni i 434.539 euro diventano 447.575 che
detratti di 45.400 danno un capitale residuo di 402.175 euro, e così via.
Già a 13 anni Inarcassa va in deficit di 24.770, deficit che
aumenta sino a 18 anni arrivando a 269.750 euro.
C –
incassati i 332.160 euro la prestazione è di
13.254 euro
lanno
(come sopra)
Dopo 1 anno i 332.160 euro diventano 342.125 che detratti di
13.254
danno un capitale residuo di 328.871 euro, e così via, ma questa volta, dopo
18 anni vi è un capitale residuo (nelle casse di Inarcassa) di 255.145 euro.
In pratica nellesempio C (che solo nellesempio ha un reddito
doppio di R) che va in pensione con il contributivo sostiene A che va con il
retributivo, o, a parità di reddito ci vogliono due professionisti C che
vanno con il contributivo per sostenere economicamente A che va con il
retributivo.
Dal punto di vista Inarcassa se C fossero il doppio di R il
sistema sarebbe sostenibile.
In realtà R sono circa il 95% ed il sistema sarebbe destinato al
tracollo nel giro di 12-13 anni.
Ancora obiezioni.
non ce la racconti giusta
Inarcassa sarebbe già in barcarotta
le casse di Inarcassa sono piene
etc.
Ebbene ve lho
raccontata giusta! Ma non ve lho raccontata tutta! Le variabili sono tante
e sullargomento ci sono tonellate (se volete tonnellate rende più lidea)
di carte. Ma in parte già lo sapete: il famoso 2% integrativo dovè? Per
Inarcassa sono soldi che entrano e non escono (non danno luogo a
prestazioni) o il 3% di solidarietà versato da chi ha redditi
particolarmente alti, ancora sono soldi che entrano e non escono?
Questultimo, essendo pochi i fortunati che versano il 3% di solidarietà
incide pochissimo nei bilanci per cui lo si strascura (ci sarebbe tanto da
dire ma taccio altrimenti non la finisco più).
Il 2%
per il professionista dovrebbe essere un pò come lIVA la si prende e la si
riversa, ma non è proprio così, infatti non cè un minimo IVA (ma cè in
minimo integrativo che al solito colpisce chi ha meno reddito lo strano
Robin Hood colpisce ancora).
Ma
poi, minimi a parte, è vero che il 2% non colpisce il professionista?
Mentre per chi lavora con Enti pubblici o assimilabili, tipicamente R almeno
prima del Decreto Bersani era così, non altrettanto è con i privati, ad
anche qui un esempio di quello che succede a me, come a tanti altri.
Il
cliente espone quello che desidera, le sue esigenze, i tempi di consegna
etc. ed una volta chiusa questa prima parte si passa al compenso; si tirano
fuori le tariffe, si calcolano aliquote, accessori e si arriva ad esempio a
3.225,30 euro di parcella. Tira e molla perchè il professionista non
vorrebbe arrotondare o al più arrotondare a 3.200,00 mentre il cliente tira
a 3.000,00 (quando va bene) ed alla fine il cliente ha sempre ragione
(nessuno si fa scappare un lavoro per così poco). Arriva il momento dellIVA
20% pari a 600,00 euro totale 3.600,00 euro. Nuova trattativa in quanto il
cliente finge sfacciatamente di non sapere che le tariffe non comprendono
lIVA, per cui torna ai 3.000,00 euro. Spiegazioni supeflue per chiarire il
finto equivoco finchè il cliente, sbuffando, richiede (quando va bene)
larrotondamento ai 3.500,00 euro IVA compresa (nota come sopra). Arriva il
momento del 2% (pari a 58,33 euro nellesempio) totale 3.558,33 euro. A
questo punto il comportamento tipo dei clienti assume le forme più bizarre,
dal risolino al trasalimento alla spalluccia allo sguardo nel vuoto o fisso
negli occhi per capire se si sta scherzando o meno, fino ad arrivare, se il
cliente è un pò in confidenza al classico vaff
. Il risultato è sempre
quello 3.500,00 euro erano, 3.500,00 euro rimangono. Indovinate chi paga il
2%?
Bando
alle chiacchiere e passiamo ancora ai conteggi, sempre con gli esempi di
prima, ma non impressionatevi, ora è semplicissimo.
R
lavora per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese,
pari a a 60.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente
linflazione
..) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e se
paga il 2% di solidarietà (valore attuale) versa ad Inarcassa 1.200 euro
lanno pari a 48.000 euro di contributo integrativo. Al solito,
interesse reale netto composto 3%, dopo 40 anni il capitale versato
corrisponde a 93.196, che sommati al soggettivo che era
465.960 euro porta ad un versamento
complessivo di 559.156.
Con gli stessi conteggi di
prima ed il capitale aggiornato con lintegrativo, dopo 1 anno i 559.156
euro diventano 575.972 euro 575 che detratti di 45.400 danno un capitale
residuo di 530.572 euro, e così via
A loro volta dopo 2 anni i
530.572 euro diventano 546.489 che detratti di 45.400 danno un capitale
residuo di 501.089 euro, e così via.
Ora a 16 anni (non più a 13 anni) Inarcassa va in deficit di
17.777 euro, deficit che aumenta sino a 18 anni, arrivando a 111.022 euro.
C
lavora per 20 anni guadagnando costantemente 10.000 euro al mese
(magari, è solo lesempio di prima), pari a
a 120.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente linflazione
.) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e se paga il 2% di
solidarietà (valore attuale) versa ad Inarcassa 2.400 euro lanno pari
48.000 euro di contributo soggettivo. Al solito,
interesse reale netto composto 3%, dopo 20 anni il capitale versato
corrisponde a 66.432,
che sommati al soggettivo che era
332.160 euro porta ad un versamento complessivo di 398.592.
Dopo 1 anno i 398.592 euro
diventano 410.550 che detratti di
13.254 danno un capitale residuo di
397.296 euro, e così via, ed anche questa volta, dopo 18 anni vi è un
capitale residuo (nelle casse di Inarcassa) di 368.241 euro.
Questa volta il risultato è eclatante.
R versa e fa versare alla cassa 100 e prende 120, con un
guadagno del 20% riprende cioè soggettivo più integrativo più interessi etc.
più il 20%.
C versa e fa versare alla cassa 100 e prende 7,6 con una perdita
secca del 92,4%.
Questa disparità di trattamento, non so più come chiamarla,
suggeritemi voi laggettivo alla luce dei numeri esposti, questo sacrificio
imposto, porta ad Inarcassa però un sollievo molto relativo in quanto il
sacrificio del 5% non può saziare il fabbisogno (chiamiamolo così) del 95% e
così la cassa in 16 anni andrebbe in fallimento.
Ancora obiezioni.
non ce la racconti giusta
Inarcassa sarebbe già in barcarotta
le casse di Inarcassa sono piene
etc.
Ma sì ve lho
raccontata giusta! Ma non è ancora tutto! Inarcassa è ancora, ed in misura
maggiore spennata dalle pensioni dannata (ci sono anche in Inarcassa, per
fortuna ormai sono poche) dalle pensioni di vecchiaia (contributive e non
sono poche) dalle pensioni minime (contributive un vero salasso per
Inarcassa dato che ce ne sono parecchie).
Ancora.
allora spiegaci come mai, con 3.500.000.000 di euro di capitale
(gli zeri sono giusti, non chiedetemi conferma), capitale che aumenta di
anno in anno, e di molto, Inarcassa le sa passerebbe male
Potevo dirvelo prima, ma la soluzione del giallo è sempre alla fine.
Ingegneri ed architetetti sono in aumento vertiginoso. Al maggio 1995 vi
erano 21.505 ingegneri e 28.396 architetti, totale 49.901 iscritti; al
giugno 2006 vi sono 55.901 ingegneri e 71.205 architetti, totale 127.106
iscritti (il 227% in 11 anni). Il rapporto iscritti attivi/pensionati ha
superato 12/1 e la previsione è che a breve si giunga a 130.000 iscritti, ma
che poi ci si stabilizzi (è impensabile che ingegneri ed architetti
continuino a crescere a dismisura).
Oggi
sono tanti a versare i contributi e relativamente pochi i pensionati, domani
non sarà più così. Oggi si debbono accumulare capitali per avere i fondi per
pagare le pensioni di domani.
Il
nostro ufficio studi, che certamente sa fare i conti meglio di me, valutando
tutte le variabili stima che, con lattuale normativa, il debito per le
future pensione ammonti a poco più di 9.000.000.000 di euro, per cui tolto
il capitale accumulato, si avrebbe un debito reale (come si dice un buco) di
poco meno di 6.000.000.000 di euro (oltre 45.000 euro a testa e scusate se è
poco).
Non
solo, con lattuale normativa il buco aumenta e tra una trentina di anni
saremo alla bancarotta, ma non pensate troppo male di Inarcassa, le altre
casse privatizzate stanno tutte peggio, pur facendo versare contributi
maggiori, ed in fin dei conti tepo per le correzioni cè.
Ovvio
che bisogna intervenire prendendo delle decisioni importanti ed anche
impopolari, e prima lo si fa meglio è, in quanto il debito si ripartisce in
un tempo maggiore.
Come si fa per ridurre un debito?
1 – Si
riducono le uscite
2 – Si
aumentano le entrate
3 –
Tutte e due le cose insieme
Il punto 1 i professionisti R non lo considerano neppure
(perbacco, ridursi le pensioni? Giammai la focaccia!) ed anche il punto 3
cade automaticamente, rimane solo il punto 2.
Proposta di tempo addietro (vedasi comunicato del 5/2002)
aumentare il contributo integrativo dal 2 al 4% (altre casse peraltro lo
hanno già fatto).
Vediamo negli esempi precedenti cosa succede (è facilissimo, non
vi preoccupate)
R
lavora per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese,
pari a a 60.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente
linflazione
..) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e
se paga il 4% di solidarietà (valore proposto)
versa ad Inarcassa 2.400 euro (basta
raddoppiare) lanno pari a 96.000 euro di contributo integrativo. Al solito,
interesse reale netto composto 3%, dopo 40 anni il capitale versato
corrisponde a 186.392, che sommati al soggettivo che era
465.960 euro porta ad un versamento
complessivo di 652.352.
Finalmente! Ora a 18 anni si arriva ad un sostanziale pareggio
(R si riprende tutti i contributi versati o fatti versare, soggettivi,
integrativi più interessi e svalutazione, ma almeno il buco non aumenta
più).
C
lavora per 20 anni guadagnando costantemente 10.000 euro al mese
(magari, è solo lesempio di prima), pari a
a 120.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente linflazione
..) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e se paga
il 4% di solidarietà (valore proposto) versa
ad Inarcassa 4.800 (basta raddoppiare) euro lanno pari 96.000 euro di
contributo soggettivo. Al solito,
interesse reale netto composto 3%, dopo 20 anni il capitale versato
corrisponde a 132.864,
che sommati al soggettivo che era
332.160 euro porta ad un versamento complessivo di 465.024, con la
sorpresa che questa volta, dopo 18 anni il capitale residuo aumenta (nelle
casse di Inarcassa) a 481.337 euro.
C non riprende neppure gli interessi di quanto ha versato o
fatto versare!
Questa volta si è superato il limite.
R riprende tutto, suo o non suo che sia, svalutazione ed
interessi compresi, mentre R non prende neppure gli interessi che quanto
versato, o fatto versare, produce.
Sono senza parole, suggeritemele!
Nonostante questo contributo il buco non si chiude, e prima o
poi uscirà fuori (gli R sono il 5% che, per quanto spremuti oltremodo non
possono materialmente ripianare lammanco del 95% degli iscritti).
Una considerazione buttata là: se la vita media dovesse
aumentare (è probabile) il professionista R o di serie A, vivendo di più,
tornerebbe a mettere in difficoltà la cassa, mentre C più vive più ci
rimette, quindi economicamente dovrebbe augurarsi di morire prima possibile!
Ma dai!
Alla proposta di Inarcassa di aumentare il contributo
integrativo dal 2 al 4% i Ministeri Vigilanti, diversamente rispetto ad
altre Casse, hanno risposto praticamente in maniera negativa ritenendo
trattarsi di un provvedimento isolato, in un contesto che invece richiede
una serie di interventi più articolati.
Personalmente spero che i Ministeri Vigilanti condividano il mio
pensiero, mentre Inarcassa ha illustrato linterlocutoria (in pratica
negativa) nota ministeriale come un sollecito per una serie di interventi
organici. Ovvio che per il ministero il passaggio al sistema contributivo
(paghi e prendi in proporzione a quanto hai versato) è quello che dà le
migliori garanzie e fa dormire sonni tranquilli.
In pratica il passaggio dal 2% al 4% da solo non va!
Ed ecco che al Comitato Nazionale dei Delegati del 5, 6 ottobre
2006 (vedasi mio precedente articolo) è stato presentato uno studio
finalizzato a garantire la sostenibilità di Inarcassa nel lungo periodo
(Sostenibilità modifiche artt. 22, 23, 25, 26, 35 e 42 dello Statuto) con un
ventaglio di proposte (le ripeto per chi non vuole ricercarle)
1)
aumento del contributo soggettivo dal 10 al 15% (11% dal 2008, 13% dal 2009,
15% da 2011)
2)
aumento del contributo integrativo dal 2 al 4% (dal 2008)
3)
calcolo della pensione su un numero maggiore di redditi annui per arrivare
sino allintera vita contributiva, con allungamento del calcolo anno per
anno
4)
aumento del contributo soggettivo (ed anche integrativo) minimo con
sganciamento della pensione minima dal rapporto con minimo predetto (ora
8/1) passando invece ad una rivalutazione in bas allinflazione (la proposta
è il raddoppio dei minimi)
5)
riduzione della pensione di anzianità in funzione delletà.
Proposte in cui brilla lassenza della proposta principale
riduzione delle pensioni sproporzionate ai versamenti (lo ho già detto, i
vari A o R non considerano neppure lipotesi primaria di ridursi le
pensioni).
E tempo di concludere e veniamo alle risposte del sottoscritto
ai vari punti proposti e non proposti, ed alle risposte che verranno dai
destinatari della presente.
a) proposta (del tipo auspicato dal Ministero, vedasi quanto già
attuato dalla cassa Geometri e da altre casse) di passaggio al sistema
contributivo (pensioni calcolate in sostanza con tale sistema) con un
contorno di ipotesi quali contributo integrativo che passa dal 2 al 4%,
innalzamento del contributo integrativo al 15 o più % etc.
Nota: con il passaggio al contributivo la vita di Inarcassa si
allunga indefinitamente.
a1) risposta egoistica di C del tipo muoia Sansone con
tutti o Filistei:
bene per il passaggio al contributivo, tanto per
come siamo trattati è
sempre ed in ogni caso un miglioramento! Con tale
passaggio
linnalzamento dei contributi, soggettivo o
integrativo non serve (così
almeno non si anticipano capitali e, se voglio
risparmiare, lo faccio da
solo). Tutte le altre risposte non le do, basta
questa, nessun aumento
a2) risposta del sottoscritto che ho già esposto in sede
di CND: un colpo
al cerchio ed uno alla botte – si prendano cioè più
iniziative quali riduzione
del coefficiente del calcolo delle attuali pensioni
retributive Inarcassa di
almeno in 30% (riduzione delle pensioni future di
almeno il 30%)
contributo soggettivo da elevare dal 10 al 12%,
integrativo dal 2 al 4% etc
(in breve vedasi mio intervento nel precedente
articolo)
a3) risposta egoistica di R: non se ne parla nemmeno
a4) risposta non egoistica di R: non se ne parla nemmeno
a5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
b) aumento del contributo soggettivo dal 10 al 15% (11% dal
2008, 13% dal 2009,
15% da
2011)
Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di
Inarcassa (prima della bancarotta prevista tra una trentina di anni gli
studi attuariali variano nel tempo -) si allungherebbe di circa 6-8 anni.
(Fonte, come le altre note, Ufficio Studi Inarcassa)
b1) risposta egoistica di C del tipo muoia
se proprio
devo rispondere:
bene per il passaggio al contributivo, resti il 10%
o magari si torni al 6% o
anche meno, tanto non cè ritorno conveniente C
b2) risposta che ho già esposto in sede di CND: elevare in
tempi brevi (prima
si comincia a tappare il buco meglio è per tutti) il
contributo soggettivo dal
10 al 12%
b3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno,
quando sarò andato
io in pensione si prendano pure altri provvedimenti
b4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone
lufficio studi
b5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
c) aumento del contributo integrativo dal 2 al 4% (dal 2008)
Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di
Inarcassa (prima della bancarotta
.) si allungherebbe di circa 5-6 anni.
c1) risposta egoistica di C del tipo muoia
ma se
proprio devo rispondere:
resti il 2% se proprio non lo si può diminuire,
tanto non cè ritorno
conveniente per C
c2) risposta che ho già esposto in sede di CND: passaggio
prima possibile dal
2 al 4%
c3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno,
quando sarò andato
io in pensione si prendano pure altri provvedimenti
c4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone
lufficio studi
c5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
d) calcolo della pensione su un numero maggiore di redditi annui
per arrivare sino allintera vita contributiva, con allungamento del calcolo
anno per anno
Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di
Inarcassa (prima della bancarotta
.) si allungherebbe di circa 1-2 anni.
d1) risposta egoistica di C del tipo muoia
se proprio
devo rispondere:
va bene, peccato che di più non si possa fare su
questo punto
d2) va bene, lasciando lo scarto dei primi 3-5 anni (che
sono di assestamento)
d3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno,
quando sarò andato
io in pensione si prendano pure altri provvedimenti
d4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone
lufficio studi
d5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
e) aumento del contributo soggettivo (ed anche integrativo)
minimo con
sganciamento della pensione minima dal rapporto con minimo
predetto (1/8)
Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di
Inarcassa (prima della bancarotta
.) si allungherebbe di circa 1 anno.
e1) risposta egoistica di C del tipo muoia
ma se
proprio devo rispondere:
nessun aumento dei minimi è necesessario passando
dal retributivo al
contributivo, anzi i minimi si possono addirittura
eliminare.
Qualora lauspicato predetto passaggio non ci sia,
ottimo è lo
sganciamento della pensione minima dal rapporto col
minimo predetto,
cioè più bassa è la pensione minima meglio è, così
si evitano anche
pensioni costruite a reddito zero e così che anche
R possa comprendere
il significato del vocabolo elemosina
e2) non sono daccordo in quanto un minimo di solidarietà
deve pur esserci, e
se ci si accanisce pure sulle pensioni minime e
meglio che Inarcassa
chiuda, avendo perso di vista la solidarietà con
le categorie più deboli.
Piuttosto si combattano le pensioni minime
artatamente costruite nel
tempo con reiterate dichiarazioni di reddito zero e
reiterati pagamenti dei
minimi, senza cancellazioni da Inarcassa, situazioni
che testimoniano la
finalità dei versamenti al conseguimento della
pensione minima retributiva
(nessun professionista sopravvive a 30 anni di
reddito zero se non in
quanto ha altrefonti di guadagno ed investe, con i
minimi, nella pensione
Inarcassa)
e3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno,
quando sarò andato
io in pensione si prendano pure altri provvedimenti
e4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone
lufficio studi
e5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
f) riduzione della pensione di anzianità in funzione delletà.
Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di
Inarcassa (prima della bancarotta
.) si allungherebbe di circa 1 anno.
f1) risposta egoistica di C del tipo muoia
se proprio
devo rispondere:
bene, meglio se si possono ridurre di più tali
pensioni, ad esempio come
già fatto dai geometri, o meglio ancora se per tali
pensioni si passi al
contributivo puro così che quando i vari R avranno
compreso
integralmente il significato del vocabolo
elemosina, si vedrà, come per
incato, sparire o quasi, qualsiasi richiesta di
pensione di anzianità
f2) lasciare la proposta valida dellufficio studi nei
casi di invalidità, inabilità
etc, penalizzando, come fatto dai geometri, le altre
richieste, consentendo
però il prosieguo dellattività senza cancellazione
dallalbo
f3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno,
quando sarò andato
io in pensione si prendano pure altri provvedimenti
f4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone
lufficio studi
f5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
Potrebbero avanzarsi altre proposte, quale ad esempio quella di
elevare gradualmente letà pensionabile, proposte che al momento incontrano
diverse difficoltà tecniche, ma che in definitiva sono corrette: cresce la
vita media, deve crescere letà pensionabile.
Comunque le formulo ancora io
g) portare letà pensionabile a 70 anni con scatto di un anno
ogni due, a partire dal 1° gennaio 2008 (in fin dei conti occorre solo
mettere mano allart. 25 dello Statuto e sempre di mdifica statutaria si
tratta).
g1) risposta egoistica di C del tipo muoia
se proprio
devo rispondere:
bene, meglio però portare da subito letà
pensionabile a 70 anni da subito
così in questi 10 anni il buco cassa si chide,
inoltre con altri 10 anni di
attività arriverò a 30 anni di contribuzione e potrò
godere dei vantaggi di R
g2) leggere il titolo
g3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno,
quando sarò andato
io in pensione si prendano pure altri provvedimenti
g4) risposta non egoistica di R: mi astengo, quando
lufficio studi proporrà
valuterò, ma al momento rimangano i 65 anni
g5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
h) Usare il sistema retributivo per tutti sino ai 65 anni di
età, il sistema contributivo per tutti dopo i 65 anni di età; chi a 65 anni
di età non ha almeno 30 anni di contribuzione o ritarda il pensionamento
sino al raggiungimento di almeno 30 anni di contribuzione o il retributivo
subisce una decurtazione del 20% rispetto il normale metodo di calcolo.
g1) risposta egoistica di C: bene, ma al posto del punto e
virgola mettere un
punto e cassare il resto
g2) leggere il titolo
g3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno,
quando sarò andato
io in pensione si prendano pure altri provvedimenti
g4) risposta non egoistica di R: va bene ma sostituire il
20% col 40%
g5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti
Entro il 10 novembre prossimo dovranno pervenire ad Inarcassa
proposte sugli argomenti di cui sopra (io lo farò) per cui Vi prego, se
volete rispondermi, di rispondere con ampio anticipo a questa specie di
sondaggio così che possa tenerne conto.
a) proposta di passaggio al sistema contributivo
– si, concordo con la risposta a1)
– si, concordo con la risposta a2)
– si, concordo con la risposta a3)
– si, concordo con la risposta a4)
– no, propongo quanto segue
.
b) aumento del contributo soggettivo dal 10 al 15% (11% dal
2008, 13% dal 2009,
15% da 2011)
– si, concordo con la risposta b1)
– si, concordo con la risposta b2)
– si, concordo con la risposta b3)
– si, concordo con la risposta b4)
– no, propongo quanto segue
.
c) aumento del contributo integrativo dal 2 al 4% (dal 2008)
– si, concordo con la risposta c1)
– si, concordo con la risposta c2)
– si, concordo con la risposta c3)
– si, concordo con la risposta c4)
– no, propongo quanto segue
.
d) calcolo della pensione su un numero maggiore di redditi annui
per arrivare sino
allintera vita contributiva, con allungamento del calcolo
anno per anno
– si, concordo con la risposta d1)
– si, concordo con la risposta d2)
– si, concordo con la risposta d3)
– si, concordo con la risposta d4)
– no, propongo quanto segue
.
e) aumento del contributo soggettivo (ed anche integrativo)
minimo con
sganciamento della pensione minima dal rapporto con minimo
predetto (1/8)
– si, concordo con la risposta e1)
– si, concordo con la risposta e2)
– si, concordo con la risposta e3)
– si, concordo con la risposta e4)
– no, propongo quanto segue
.
f) riduzione della pensione di anzianità in funzione delletà.
– si, concordo con la risposta f1)
– si, concordo con la risposta f2)
– si, concordo con la risposta f3)
– si, concordo con la risposta f4)
– no, propongo quanto segue
.
g) innalzare gradualmente letà pensionabile.
– si, concordo con la risposta g1)
– si, concordo con la risposta g2)
– si, concordo con la risposta g3)
– si, concordo con la risposta g4)
– no, propongo quanto segue
.
h) retributivo per tutti sino ai 65 anni di età, poi
contributivo per tutti dopo i 65 anni di età; penalizzazione per chi non
raggiunge di almeno 30 anni di contribuzione.
– si, concordo con la risposta h1)
– si, concordo con la risposta h2)
– si, concordo con la risposta h3)
– si, concordo con la risposta h4)
– no, propongo quanto segue
.
A presto e vi
ringrazio sin dora per leventuale risposta.
BRODOLINI
MARIO-FRANCESCO
DELEGATO INARCASSA PER LA
PROVINCIA DI MACERATA
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