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  N. 
	7/2006 
  
DELEGATO INARCASSA PROV. DI 
	MACERATA 
DOTT. ING. BRODOLINI 
	MARIO-FRANCESCO 
VIA 
	VENIERI N. 1                     62019 RECANATI (MC) 
TEL/FAX/Q  
	071981237  E-MAIL: m.brodolini@fastnet.it 
  
– Come 
	promesso unarticolo a tema unico (con esempi numerici da tenere ben 
	presenti e richiesta di Vostro parere (una specie di mini sondaggio su come 
	la pensano i vari ingegneri ed architetti). 
	             
– 
	Sostenibilità di Inarcassa nel medio-lungo periodo  
(in 
	previsione di modifiche agli artt. 22,23,25,26,35 e 42 dello Statuto) 
  
	            Largomento interessa tutti gli ingegneri e architetti che in 
	qualche modo hanno rapporti con Inarcassa o altri Enti Previdenziali ed 
	Assistenziali, cioè interessa tutti. 
  
	            Finanziaria 2007 art. 85 
	(Misure in 
	materia previdenziale)  …….. come vedrete non siamo fuori tema (se 
	volete saltare quanto in carattere più piccolo non perderete il filo del 
	discorso, i dettagli sì) 
 
	1. 
	Con effetto dal 1° gennaio 2007 le aliquote contributive per il 
	finanziamento delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigiani e 
	commercianti iscritti alle gestioni autonome dell’INPS sono stabilite in 
	misura pari al 19,5 per cento. A decorrere dal 1° gennaio 2008, le predette 
	aliquote sono elevate al 20 per cento.   
 
	 
	2. Con effetto dal 1° gennaio 2007, laliquota contributiva di finanziamento 
	per gli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria ed alle forme 
	sostitutive ed esclusive della medesima, è elevata di 0,3 punti percentuali, 
	per la quota a carico del lavoratore. In conseguenza del predetto 
	incremento, le aliquote di cui al presente comma non possono comunque 
	superare, nella somma delle quote dovute dal lavoratore e dal datore di 
	lavoro, il 33 per cento. 
 
	3. Con effetto 
	dal 1° gennaio 2007  
	 
	laliquota contributiva pensionistica 
	per gli iscritti alla gestione separata di cui allarticolo 2, comma 26, 
	della legge 8 agosto 1995, n. 335, che non risultino assicurati presso altre 
	forme obbligatorie, 
	e la relativa aliquota contributiva per il computo delle prestazioni 
	pensionistiche sono stabilite in misura pari al 23 per cento. Con effetto 
	dalla medesima data per i rimanenti iscritti alla predetta gestione 
	laliquota contributiva pensionistica e la relativa aliquota contributiva 
	per il computo delle prestazioni pensionistiche sono stabilite in misura 
	pari al 16 per cento. 
 
	4. 
. 
 
	  
	            Sento 
	già lobiezione: ma Inarcassa è o non è una cassa privata (meglio dire 
	privatizzata)? 
	            Si ma 
	
 sotto il controllo Ministeriale, quindi volente o nolente deve 
	assoggettarsi ad alcune direttive, ed eccole le direttive, le ho appena 
	citate dalla finanziaria: le aliquote contributive salgono 
  
	33% 
	
 20% 
 16% etc. 
	  
	 
	             
	Notare il comma 3 
	che interessa i professionisti ingegneri o architetti che non siano iscritti 
	ad Inarcassa, esempio tipico i dipendenti che fanno atti di libera 
	professione e che oggi versano allINPS il 10%, dal 2007 verseranno il 16% 
	(aumento del contributo del 60%). 
	            
	Perché tutto questo?  
	            E 
	una logica conseguenza della legge Dini richiamata dalla finanziaria (legge 
	8 agosto 1995, n. 335 Riforma delle Pensioni).  
	  
	            In 
	due parole a regime per gli Enti Pubblici le pensioni si calcoleranno col 
	metodo contributivo e non più col metodo retributivo. 
	  
	            Il 
	concetto è questo (chi lo sa già salti pure): 
	– contributivo  
	la pensione è commisurata a quanto hai versato; se vivi nella media, alla 
	fine prenderai quanto hai versato (tanto verso – tanto prendo – ed il 
	sistema è in equilibrio) 
– 
	retributivo – la 
	pensione non è commisurata a quanto hai versato ma al tenore di vita (i 
	redditi) prima del pensionamento, ed in genere, se vivi nella media, alla 
	fine prenderai molto più di quanto hai versato (ed il sistema non è più in 
	equilibrio, a lungo andare non è sostenibile, un pò come la catena di 
	SantAntonio che prima o poi si spezza).  
	            
	 
	            Con 
	tale sistema (retributivo) in Inarcassa si arriva a prendere molto di più 
	del versato (3, 4, 5 o volte di più a seconda dei casi). 
	  
	            Ho 
	semplificato anche troppo, perché ci sono tanti altri aspetti da prendere in 
	considerazione, e largomento è ostico per cui propongo alcuni esempi per 
	chiarire le idée. 
  
	            Esempio 
	contributivo 
	 
	            
	Si prendono in considerazione le 
	tavole RG48 per la vita media (se ne potrebbero prendere altre, ad esempio 
	quelle ISTAT 2002, ma ritengo le RG48 migliori). Per i maschi a 65 anni di 
	età si attende una vita media di poco più di 83 anni.  
	                Mi laureo a 25 anni, 
	lavoro per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese 
	(è solo un esempio, potrei mettere 2-3000 
	euro al mese, il risultato finale nella sostanza sarà simile), pari a a 
	60.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente linflazione, o 
	se volete immaginiamo inflazione zero, saggio di interesse zero) quindi 
	2.400.000 di euro nel complesso dellattività e, se pago il 10% di 
	contributo (valore attuale del soggettivo), verso 240.000 euro di 
	contributo soggettivo. Con il sistema 
	contributivo i 
	240.000 euro mi verranno restituiti in 18 anni (83-65) quindi con una 
	semplice divisione circa 13.000 euro lanno, poco più di 1.000 euro al mese. 
	Il mio tenore di vita è sceso di circa 5 volte! Se si tiene conto che 
	disponevo del 90% (il 10% andava allEnte Previdenziale) cioè di 4.500 euro 
	al mese il mio tenore di vita è sceso di circa 4,5 volte! 
	            Finanziaria comma 2, stesso esempio con aliquota 33% 
. lavoro 
	per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese 
.. verso allINPS 
	792.000 euro 
.. restituiti in 18 anni 
 3.667 euro al 
	mese 
.. il mio tenore di vita è quasi il 75% di prima 
.. se si tiene conto 
	che disponevo del 67% (il 33% andava allINPS) cioè di 3.350 euro al mese il 
	mio tenore di vita è più che mantenuto (3.667 euro al mese). 
	            Morale della favola, con il 
	contributivo, se si vuole una pensione che mantenga il tenore di vita (il 
	cosiddetto 1° pilastro) occorre versare circa il 33% di quanto si guadagna. 
Versando 
	il 10% le pensioni (di 1° pilastro) saranno da fame. Ci sarebbe da 
	introdurre il concetto di 2° pilastro (3° pilastro) ma non voglio mettere 
	troppa carne al fuoco.  
  
	            Esempio 
	retributivo 
	stessi numeri dellesempio precedente. E lesempio tipico del pensionato 
	Inarcassa che chiamerò R (per ricordare il pensionamento Retributivo, una 
	volta li chiamavo professionisti di serie A per cui se troverete A a ed R 
	sono la stessa cosa). 
	            
	Si prendono in considerazione le 
	tavole RG48 
. . Per i maschi (categoria prevalente di iscritti ad 
	Inarcassa) a 65 anni di età si attende una vita media di poco più di 83 
	anni. R si laurea a 25 anni, 
	lavora per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese, 
	pari a a 60.000 euro lanno (in tale valore 
	si considera già presente linflazione 
.) quindi 2.400.000 di euro nel 
	complesso dellattività, e se paga il 10% di contributo (valore attuale del 
	soggettivo) versa ad Inarcassa 240.000 euro. Con il 
	retributivo la 
	pensione di R sarà  
	 
	(vedi n. 1 del trimestrale Inarcassa pag 43 e seguenti, in particolare la 
	tabella di pag. 46) 45.400 
	euro lanno, quasi 3.800 euro al mese. Il tenore di vita è poco più del 75% 
	di prima! Se si tiene conto che si disponeva del 90% (il 10% andava ad 
	Inarcassa) cioè di 4.500 euro al mese il tenore di vita è poco più dell85% 
	di prima!  
	            Da notare che in 18 anni, ad 83 anni R avrà percepito 45.400 x 
	18 = 817.200 euro, contro 240.000 euro versati, quasi tre volte e mezzo il 
	versato. 
  
	            Esempio relativo ad 
	un tecnico più 
	sfortunato, che magari ha dovuto lavorare e studiare assieme laureandosi 
	tardi, ad esempio a 45 anni, o che comunque per qualsiasi motivo (salute, 
	provenienza dallestero o qualsiasi altra ipotesi vogliate fare) è stato 
	nella gestione Inarcassa per 20 anni. E lesempio tipico del pensionato 
	Inarcassa che chiamerò C (per ricordare il pensionamento Contributivo). 
	            
	Si prendono in considerazione le 
	tavole RG48 
. . Per i maschi (categoria prevalente di iscritti ad 
	Inarcassa) a 65 anni di età si attende una vita media di poco più di 83 
	anni. C lavora per 20 anni 
	quale libero professionista guadagnando, nel periodo di lavoro, 
	costantemente 10.000 euro al mese (magari, 
	serve solo per avere nellesempio gli stessi versamenti Inarcassa, in genere 
	C guadagna, nella realtà, molto meno di R), pari a a 120.000 euro lanno (in 
	tale valore si considera già presente linflazione 
.) quindi 2.400.000 di 
	euro nel complesso dellattività (Inarcassa), e se paga il 10% di contributo 
	(valore attuale del soggettivo) versa ad Inarcassa 240.000 euro e 
	giunge così a 65 anni. Con il 
	contributivo (non 
	avendo almeno 30 anni di contributi non si ha accesso al retributivo, 
	mancano 10 anni nellesempio) la pensione di C sarà (vedasi il Regolamento 
	per il calcolo della prestazione supplementare reversibile sul sito internet 
	di Inarcassa) 6,136% (coeff. di trasformazione a 65 anni) moltiplicato 
	216.000 (95% del versato) per una pensione di 13.254 euro lanno poco più di 
	1.100 euro al mese. 
	            
	Da notare che in 18 anni, ad 83 anni C avrà percepito 
	13.254 x 
	18 = 238.568 euro, circa i 240.000 euro versati, e siamo più o meno è pari e 
	patta. 
	            Da notare ancora che, versando la stessa cifra (240.000 euro) 
	R prende una 
	pensione di 4.500 euro al mese, C di 
	1.100 euro al 
	mese, per cui a conti fatti gli converrebbe lavorare altri 10 anni e 
	prendere la pensione R (ma non è dato sapere perchè lo sfortunato R non 
	possa rin 
.. citrullirsi come gli altri a 65 anni). 
	            Da 
	notare ancora che chi può vantare 14 anni presso unaltro Ente Previdenziale 
	e solo 6 anni in Inarcassa, con la Totalizzazione, sia pur di poco, ma è 
	trattato economicamente meglio di C. 
	            Non 
	mi si venga a dire che in Inarcassa non ci sono figli e figliastri, o se 
	volete professionisti di serie A e di serie B 
 serie C 
.. serie R
. serie 
	T etc., i numeri parlano chiaro! Cè una forbice, cè un cuneo, cè un 
	qualcosaltro, inventatevi voi il termine, comunque resta il fatto che 
	qualcosa non quadra, e di molto! 
	  
	            Le 
	solite voci 
 è sempre lui 
. guarda caso, senza dirlo apertamente, 
	ripropone la solita storia dei pensionati baby 
.. ma i baby pensionati sono 
	già fortunati in quanto da anni prendono la pensione 
.  
	            
	Stavolta lavete detto voi ma comunque rispondo volentieri. 
	            – Gli 
	sfortunati esistono davvero e con questi ed I loro familiari la Cassa è 
	davvero dura, la loro pensione sarà da fame, altro che solidarietà verso i 
	più  deboli! 
	            – 
	Guarda caso lesempio sembra fatto su misura per il Pensionato di altro Ente 
	(detto PAE), ed il comportamento della Cassa è lo stesso di prima! 
	 
	            Ma 
	poi perché prendersela con i PAE? Chi ha impedito agli altri di fare lo 
	stesso percorso? Non potevano trovarsi un posto da dipendente per una 
	ventina danni anche loro? Di che si lamentano, lopportunità non cera per 
	tutti? O non hanno capito, o non sono stati capaci o non hanno voluto 
	rischiare, perché comunque è stata una scelta di vita anche rischiosa che 
	poteva chiudersi ben diversamente (si poteva restare intrappolati per sempre 
	come dipendenti 
 si poteva perdere la pensione 
 potevano cambiare le 
	regole come più tardi in effetti sono cambiate 
 ). Tra laltro nella 
	maggioranza dei casi si tratta anche di una baby pensione (baby in questo 
	caso sta per misera) che va a sommarsi ad una pensione da elemosina che non 
	complesso fa sempre una pensione misera.  
	            
	Comunque sia il pensionamento è un capitolo chiuso come sostengono tutte le 
	parti. Il PAE e tale e quale lo sfortunato dellesempio, né più né meno. 
	Perché tirar fuori largomento e accampare pretesti solo in determinate 
	occasioni? Ovvio, solo per trarne ingiusti vantaggi. 
	            
	Questa volta sì che le critiche sono fondate: chi ha scelto da sempre la 
	libera professione, con quale diritto ha dapprima espulso da Inarcassa 
	(allora CNPAIA) i lavoratori dipendenti 
. per poi riprenderli forzosamente 
	
. per di più con catrastrofici risvolti economici legati alla retroattività 
	(risvolti economici ovviamente positivi per la Cassa che i suoi conti li sa 
	far bene, e non ha certo voluto i PAE per dar loro la pensione, ma per 
	prenderne i soldi e restituire lelemosina) promettendo 
   
	 
	quanto meno 
 una restituzione del versato (ad interessi composti del 5% 
 
	quando gli interessi erano a due cifre 
 )  
	
. poi una 
	restituizione ridotta al 95% del versato (più qualche spiccio) 
 poi una 
	mini pensione contributiva (che chiamo elemosina, ve ne renderete conto nel 
	prosieguo della lettura)!  
	            E 
	qualcuno, se può, dimostri il contrario! 
	            
	Insorgono, e come se insorgono i professionisti di serie A o serie R quando 
	si propone il metodo contributivo anche per loro! Ma non è forse quanto loro 
	hanno imposto, volenti o nolenti, ai professionisti loro più sfortunati 
	colleghi di serie C, o PAE?  
	            E la 
	proposta di dare a tutti il trattamento retributivo sino a 65 anni, ed a 
	tutti il trattamento contributivo dopo i 65 anni? Non se ne parla neppure, 
	eppure lho fatta, le registrazioni non mentono, ma nessuno ha provato a 
	studiarla. Tra contenzioso che si elimina, ed il numero limitato di casi, 
	nel bilancio cassa non credo ci si possa neppure accorgere. 
	            Come 
	si dice pan per focaccia ma, forti del loro maggior numero, i 
	professionisti di serie A o serie R impongono il pane ma non accettano la 
	focaccia, alla faccia della democrazia. 
	            
	Ribadisco il concetto che è chiarissimo dagli esempi numerici sopra esposti: 
	Inarcassa fa da tempo il Robin Hood alla rovescia rubando ai poveri 
	(sfortunati di serie C -anche qui cè stata una retrocessione- o PAE che 
	siano) per dare ai ricchi (che godono del retributivo e mediamente prendono 
	il triplo di quello che danno). 
	  
	            
	Ancora sento le solite critiche.  
 non è vero
 e gli interessi 
. versare 
	per 20 anni o per 40 non è la stessa cosa 
 non sai fare bene i conti 
 
	etc. 
	  
	            Ve lo 
	siete voluto, debbo ritornare ai conteggi.  
	            Gli 
	esempi teorici di cui sopra, tengono implicitamente conto dellinflazione 
	 
	 
	(vi rimando a pag. 44 del n. 1 di Inarcassa) 
	ma non del fatto che il capitale anticipato rende  
	 
	(o dovrebbe rendere), per cui, versando anticipatamente, si ha un surplus di 
	valore. Peraltro tale surplus viene (impropriamente, ma è così) tassato 
	dallo stato italiano (inflazione compresa), ed in più ci sono delle spese di 
	gestione, per cui il rendimento netto reale non coincide con quello teorico. 
	            
	Inarcassa peraltro è uno dei migliori investitori europei  
	 
	(almeno da quando ha una gestione privatizzata, certamente non prima quando 
	aveva scelte imposte dai Ministeri). 
	 
	                Si possono fare varie ipotesi a vari tassi di interesse 
	reale, e qui occorrerebbe, oltre che scomodare la matematica finanziaria, 
	avere la sfera di cristallo per sapere cosa accadrà (indovinare i tassi di 
	interesse).  
	 
	                Oggi con i vari fogli elettronici, è facile effettuare 
	simulazioni a vari tassi di interesse, per cui, risparmiandovi i calcoli, vi 
	dò i risultati. Conteggio per A con 40 anni di contribuzione 
	 
	                Interesse netto reale, versando quote costanti e poi 
	restituendo quote costanti, come da esempi precedenti si ha 
	 
	– interesse reale netto composto 1% (basso per Inarcassa), versando la cifra 
	annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non è 40 ma 40 più 
	interessi cioè 49,38 (cioè negli esempi anziché  
	240.000 euro, è come se fossero stati 
	versati 296.280 euro) 
	 
	– interesse reale netto composto 2% (Inarcassa lo raggiunge e lo supera), 
	versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non 
	è 40 ma 40 più interessi cioè 61,61 (cioè negli esempi anziché  
	240.000 euro, è come se fossero stati 
	versati 369.660 euro) 
	– interesse reale 
	netto composto 3% (difficilmente raggiungibile), versando la cifra annuale 1 
	(unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non è 40 ma 40 più interessi 
	cioè 77,66 (cioè negli esempi anziché 240.000 euro, è come se fossero 
	stati versati 465.960 euro) 
	 
	– interesse reale netto composto 4% (quasi impossibile da raggiungere), 
	versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non 
	è 40 ma 40 più interessi cioè 98,83 (cioè negli esempi anziché  
	240.000 euro, è come se fossero stati 
	versati 592.980 euro) 
	 
	– interesse reale netto composto 5% (realmente impossibile da raggiungere), 
	versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 40 anni il capitale versato non 
	è 40 ma 40 più interessi cioè 126,84 (cioè negli esempi anziché  
	240.000 euro, è come se fossero stati 
	versati 761.040 euro) 
	 
	                Si potrebbe continuare ma rendimenti netti superiori al 5% 
	non hanno riscontro nella realtà attuale. 
	  
	            
	Stesso conteggio per C con 20 anni di contribuzione 
	 
	– interesse reale netto composto 1%, versando la cifra annuale 1 (unitaria), 
	dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 22,24 
	(cioè negli esempi anziché 240.000 
	euro, è come se fossero stati versati 266.880 euro) 
	 
	– interesse reale netto composto 2%, versando la cifra annuale 1 (unitaria), 
	dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 24,78 
	(cioè negli esempi anziché 240.000 
	euro, è come se fossero stati versati 297.360 euro) 
	– interesse reale 
	netto composto 3%, versando la cifra annuale 1 (unitaria), dopo 20 anni il 
	capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 27,68 (cioè negli esempi 
	anziché 240.000 euro, è come se fossero stati versati 332.160 euro) 
	 
	– interesse reale netto composto 4%, versando la cifra annuale 1 (unitaria), 
	dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 30,97 
	(cioè negli esempi anziché 240.000 
	euro, è come se fossero stati versati 371.640 euro) 
	 
	– interesse reale netto composto 5%, versando la cifra annuale 1 (unitaria), 
	dopo 20 anni il capitale versato non è 20 ma 20 più interessi cioè 34,72 
	(cioè negli esempi anziché 240.000 
	euro, è come se fossero stati versati 416.640 euro) 
	  
	            E facile constatare che C versa meno di A al crescere del tasso 
	di interesse, per cui la situazione, al crescere del tasso di interesse per 
	C migliora in proporzione come segue (i conti ve li risparmio, ma non sono 
	poi così difficili) 
	ad interesse 0% con il contributivo, come 
	visto C prende il  29,1938% di A 
	ad interesse 1% recupera circa l11% cioè 
	prende il 32,41% di A 
ad 
	interesse 2% recupera circa il 24% cioè prende il 36,29% di A 
ad 
	interesse 3% recupera circa il 40% cioè prende il 40,96% di A 
	ad interesse 4% recupera circa il 59% cioè 
	prende il 46,58 % di A 
	ad interesse 5% recupera circa l83% cioè 
	prende il 53,33% di A 
il che 
	significa che siamo, grosso modo, tra un terzo ed un mezzo del valore. 
	            Conteggiando attorno ad un reale 2,5% si vede che il ritorno dei 
	soldi di C è comunque meno del 40% dell ritorno dei soldi di A. 
	            Se ci 
	si rivolge ad una compagnia di assicurazione per avere una rendita, a parità 
	di capitale versato nello stesso momento, la rendita è la stessa perbacco! 
	Posso anche essere daccordo su un moderato distinguo di Inarcassa in quant 
	oil saggio di interesse non è facimente determinabile, ma a parità di 
	versamenti ricevere meno del 40% degli altri non è e non può essere equo!  I 
	professionisti di serie A ricevono il 250% di quanto ricevono i 
	professionisti di serie B, e se non è disparità di trattamento questa! 
	            
	Quando facevo queste considerazioni e questi interventi in sede di C.N.D. 
	vengo pure fischiato e sfottuto a scena aperta! Come si dice Mazziato e 
	Cornuto (invertendo lordine dei fattori il risultato non cambia). Ora li 
	faccio per iscritto almeno sento sol il fischio delle mie orecchie 
	(acufele). 
	  
	            
	Ancora sento le solite critiche.  
 se 
. ma 
 etc. è ora di smetterla, la 
	sostanza è quella sopra detta, ci sono tantissime altre variabili, ma il 
	resto è solo contorno, sposta quantità insignificati, e la chiudiamo qui. 
	  
	            Una 
	volta conclamata la disparità di trattamento dellutenza (ingegneri o 
	architetti di serie A, di serie B, di serie C etc. ma non vi annoio oltre 
	rimandandovi a precedenti articoli, 2/1999, 3/2001, 3/2003) è interessante 
	vedere come funzionano le cose dal punto di vista di Inarcassa,  sempre con 
	gli esempi numerici di cui sopra. 
	            Per 
	semplificare prendo un tasso di interesse del 3%  
	 
	(rendimento reale del capitale di Inarcassa, sperando di indovinare; se tale 
	tasso sarà inferiore per Inarcassa le cose andranno peggio viceversa se tale 
	tasso sarà superiore). 
	            
	Inarcassa, una volta incassati i 465.960 euro (da R che ha versato 
	per 40 anni) o 
	332.160 euro (da C che ha versato per 20 anni) inizia a fornire le 
	sue prestazioni.  
	            Poichè dopo i 65 anni 
	normalmente si ha il contributivo per tutti, è ininfluente che si continui 
	lattività o meno, e per semplificare ancora, immaginiamo che in entrambi i 
	casi dopo i 65 anni  
	 
	ingegneri o architetti smettano di lavorare (se poi continuano, come 
	vedremo, Inarcassa qualcosa ci guadagna ancora). 
	  
	            R – 
	incassati i 465.960 euro la prestazione è di 45.400 euro lanno, 
	ma si potrebbe fare il calcolo mensilmente, calcolo che vi risparmio, tanto 
	la sostanza cambia poco, e, sempre a favore Inarcassa ipotizzo un pagamento 
	annuale posticipato, mentre il capitale residuo continua a fruttare 
	il 3% annuo composto. 
	            Dopo 1 anno i 465.960 euro diventano 479.939 che detratti di 
	45.400 danno un capitale residuo di 434.539 euro. 
	            A loro volta dopo 2 anni i 434.539 euro diventano 447.575 che 
	detratti di 45.400 danno un capitale residuo di 402.175 euro, e così via. 
	            Già a 13 anni Inarcassa va in deficit di 24.770, deficit che 
	aumenta sino a 18 anni arrivando a 269.750 euro. 
	  
	            C – 
	incassati i 332.160 euro la prestazione è di 
	13.254 euro 
	lanno  
	 
	(come sopra) 
	            Dopo 1 anno i 332.160 euro diventano 342.125 che detratti di 
	13.254  
	danno un capitale residuo di 328.871 euro, e così via, ma questa volta, dopo 
	18 anni vi è un capitale residuo (nelle casse di Inarcassa) di 255.145 euro. 
	            In pratica nellesempio C (che solo nellesempio ha un reddito 
	doppio di R) che va in pensione con il contributivo sostiene A che va con il 
	retributivo, o, a parità di reddito ci vogliono due professionisti C che 
	vanno con il contributivo per sostenere economicamente A che va con il 
	retributivo. 
  
	            Dal punto di vista Inarcassa se C fossero il doppio di R il 
	sistema sarebbe sostenibile. 
	            In realtà R sono circa il 95% ed il sistema sarebbe destinato al 
	tracollo nel giro di 12-13 anni. 
  
	            
	Ancora obiezioni.  
 non ce la racconti giusta 
  
	 
	Inarcassa sarebbe già in barcarotta 
 le casse di Inarcassa sono piene 
 
	etc.  
	  
	 
	             
	Ebbene ve lho 
	raccontata giusta! Ma non ve lho raccontata tutta! Le variabili sono tante 
	e sullargomento ci sono tonellate (se volete tonnellate rende più lidea) 
	di carte.    Ma in parte già lo sapete: il famoso 2% integrativo dovè? Per 
	Inarcassa sono soldi che entrano e non escono (non danno luogo a 
	prestazioni) o il 3% di solidarietà versato da chi ha redditi 
	particolarmente alti, ancora sono soldi che entrano e non escono?      
	Questultimo, essendo pochi i fortunati che versano il 3% di solidarietà 
	incide pochissimo nei bilanci per cui lo si strascura (ci sarebbe tanto da 
	dire ma taccio altrimenti non la finisco più). 
	            Il 2% 
	per il professionista dovrebbe essere un pò come lIVA la si prende e la si 
	riversa, ma non è proprio così, infatti non cè un minimo IVA (ma cè in 
	minimo integrativo che al solito colpisce chi ha meno reddito  lo strano 
	Robin Hood colpisce ancora). 
	            Ma 
	poi, minimi a parte, è vero che il 2% non colpisce il professionista? 
	 
	            
	Mentre per chi lavora con Enti pubblici o assimilabili, tipicamente R almeno 
	prima del Decreto Bersani era così, non altrettanto è con i privati, ad 
	anche qui un esempio di quello che succede a me, come a tanti altri. 
	 
	  
	            Il 
	cliente espone quello che desidera, le sue esigenze, i tempi di consegna 
	etc. ed una volta chiusa questa prima parte si passa al compenso; si tirano 
	fuori le tariffe, si calcolano aliquote, accessori e si arriva ad esempio a 
	3.225,30 euro di parcella. Tira e molla perchè il professionista non 
	vorrebbe arrotondare o al più arrotondare a 3.200,00 mentre il cliente tira 
	a 3.000,00 (quando va bene) ed alla fine il cliente ha sempre ragione 
	(nessuno si fa scappare un lavoro per così poco). Arriva il momento dellIVA 
	20% pari a 600,00 euro totale 3.600,00 euro. Nuova trattativa in quanto il 
	cliente finge sfacciatamente di non sapere che le tariffe non comprendono 
	lIVA, per cui torna ai 3.000,00 euro. Spiegazioni supeflue per chiarire il 
	finto equivoco finchè il cliente, sbuffando, richiede (quando va bene) 
	larrotondamento ai 3.500,00 euro IVA compresa (nota come sopra). Arriva il 
	momento del 2% (pari a 58,33 euro nellesempio) totale 3.558,33 euro. A 
	questo punto il comportamento tipo dei clienti assume le forme più bizarre, 
	dal risolino al trasalimento alla spalluccia allo sguardo nel vuoto o fisso 
	negli occhi per capire se si sta scherzando o meno, fino ad arrivare, se il 
	cliente è un pò in confidenza al classico vaff
 . Il risultato è sempre 
	quello 3.500,00 euro erano, 3.500,00 euro rimangono. Indovinate chi paga il 
	2%?   
	  
	            Bando 
	alle chiacchiere e passiamo ancora ai conteggi, sempre con gli esempi di 
	prima, ma non impressionatevi, ora è semplicissimo. 
	  
	            R 
	lavora per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese, 
	pari a a 60.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente 
	linflazione 
..) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e se 
	paga il 2% di solidarietà (valore attuale) versa ad Inarcassa 1.200 euro 
	lanno pari a 48.000 euro di contributo integrativo. Al solito,  
	 
	interesse reale netto composto 3%, dopo 40 anni il capitale versato 
	corrisponde a 93.196,  che sommati al soggettivo che era  
	465.960 euro porta ad un versamento 
	complessivo di 559.156.  
	                Con gli stessi conteggi di 
	prima ed il capitale aggiornato con lintegrativo, dopo 1 anno i 559.156 
	euro diventano 575.972 euro 575 che detratti di 45.400 danno un capitale 
	residuo di 530.572 euro, e così via 
	                A loro volta dopo 2 anni i 
	530.572 euro diventano 546.489 che detratti di 45.400 danno un capitale 
	residuo di 501.089 euro, e così via. 
	            Ora a 16 anni (non più a 13 anni) Inarcassa va in deficit di 
	17.777 euro, deficit che aumenta sino a 18 anni, arrivando a 111.022 euro. 
  
	            C 
	lavora per 20 anni guadagnando costantemente 10.000 euro al mese 
	(magari, è solo lesempio di prima), pari a 
	a 120.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente linflazione 
	
.) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e se paga il 2% di 
	solidarietà (valore attuale) versa ad Inarcassa 2.400 euro lanno pari 
	48.000 euro di contributo soggettivo. Al solito,  
	 
	interesse reale netto composto 3%, dopo 20 anni il capitale versato 
	corrisponde a 66.432,  
	che sommati al soggettivo che era  
	332.160 euro porta ad un versamento complessivo di 398.592. 
	            Dopo 1 anno i 398.592 euro 
	diventano 410.550 che detratti di  
	 
	13.254 danno un capitale residuo di 
	397.296 euro, e così via, ed anche questa volta, dopo 18 anni vi è un 
	capitale residuo (nelle casse di Inarcassa) di 368.241 euro. 
  
	            Questa volta il risultato è eclatante.  
	            R versa e fa versare alla cassa 100 e prende 120, con un 
	guadagno del 20% riprende cioè soggettivo più integrativo più interessi etc. 
	più il 20%. 
	            C versa e fa versare alla cassa 100 e prende 7,6 con una perdita 
	secca del 92,4%. 
	            Questa disparità di trattamento, non so più come chiamarla, 
	suggeritemi voi laggettivo alla luce dei numeri esposti, questo sacrificio 
	imposto, porta ad Inarcassa però un sollievo molto relativo in quanto il 
	sacrificio del 5% non può saziare il fabbisogno (chiamiamolo così) del 95% e 
	così la cassa in 16 anni andrebbe in fallimento. 
  
	            
	Ancora obiezioni.  
 non ce la racconti giusta 
  
	 
	Inarcassa sarebbe già in barcarotta 
 le casse di Inarcassa sono piene 
 
	etc.  
	  
	 
	             
	Ma sì ve lho 
	raccontata giusta! Ma non è ancora tutto! Inarcassa è ancora, ed in misura 
	maggiore spennata dalle pensioni dannata (ci sono anche in Inarcassa, per 
	fortuna ormai sono poche) dalle pensioni di vecchiaia (contributive e non 
	sono poche) dalle pensioni minime (contributive un vero salasso per 
	Inarcassa dato che ce ne sono parecchie). 
	  
	            
	Ancora.  
 allora spiegaci come mai, con 3.500.000.000 di euro di capitale 
	(gli zeri sono giusti, non chiedetemi conferma), capitale che aumenta di 
	anno in anno, e di molto, Inarcassa le sa passerebbe male 
  
	  
	            
	Potevo dirvelo prima, ma la soluzione del giallo è sempre alla fine. 
	Ingegneri ed architetetti sono in aumento vertiginoso. Al maggio 1995 vi 
	erano 21.505 ingegneri e 28.396 architetti, totale 49.901 iscritti; al 
	giugno 2006 vi sono 55.901 ingegneri e 71.205 architetti, totale 127.106 
	iscritti (il 227% in 11 anni). Il rapporto iscritti attivi/pensionati ha 
	superato 12/1 e la previsione è che a breve si giunga a 130.000 iscritti, ma 
	che poi ci si stabilizzi (è impensabile che ingegneri ed architetti 
	continuino a crescere a dismisura). 
	            Oggi 
	sono tanti a versare i contributi e relativamente pochi i pensionati, domani 
	non sarà più così. Oggi si debbono accumulare capitali per avere i fondi per 
	pagare le pensioni di domani.  
	            Il 
	nostro ufficio studi, che certamente sa fare i conti meglio di me, valutando 
	tutte le variabili stima che, con lattuale normativa, il debito per le 
	future pensione ammonti a poco più di 9.000.000.000 di euro, per cui tolto 
	il capitale accumulato, si avrebbe un debito reale (come si dice un buco) di 
	poco meno di 6.000.000.000 di euro (oltre 45.000 euro a testa e scusate se è 
	poco). 
	            Non 
	solo, con lattuale normativa il buco aumenta e tra una trentina di anni 
	saremo alla bancarotta, ma non pensate troppo male di Inarcassa, le altre 
	casse privatizzate stanno tutte peggio, pur facendo versare contributi 
	maggiori, ed in fin dei conti tepo per le correzioni cè. 
	  
	            Ovvio 
	che bisogna intervenire prendendo delle decisioni importanti ed anche 
	impopolari, e prima lo si fa meglio è, in quanto il debito si ripartisce in 
	un tempo maggiore. 
	  
	            Come si fa per ridurre un debito?  
1 – Si 
	riducono le uscite 
2 – Si 
	aumentano le entrate 
3 – 
	Tutte e due le cose insieme 
  
	            Il punto 1 i professionisti R non lo considerano neppure 
	(perbacco, ridursi le pensioni? Giammai la focaccia!) ed anche il punto 3 
	cade automaticamente, rimane solo il punto 2. 
  
	            Proposta di tempo addietro (vedasi comunicato del 5/2002) 
	aumentare il contributo integrativo dal 2 al 4% (altre casse peraltro lo 
	hanno già fatto). 
  
	            Vediamo negli esempi precedenti cosa succede (è facilissimo, non 
	vi preoccupate) 
  
	            R 
	lavora per 40 anni guadagnando costantemente 5.000 euro al mese, 
	pari a a 60.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente 
	linflazione 
..) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e 
	se paga il 4% di solidarietà (valore proposto) 
	versa ad Inarcassa 2.400 euro  (basta 
	raddoppiare) lanno pari a 96.000 euro di contributo integrativo. Al solito, 
	 
	 
	interesse reale netto composto 3%, dopo 40 anni il capitale versato 
	corrisponde a 186.392,  che sommati al soggettivo che era  
	465.960 euro porta ad un versamento 
	complessivo di 652.352. 
	            Finalmente! Ora a 18 anni si arriva ad un sostanziale pareggio 
	(R si riprende tutti i contributi versati o fatti versare, soggettivi, 
	integrativi più interessi e svalutazione, ma almeno il buco non aumenta 
	più). 
  
	            C 
	lavora per 20 anni guadagnando costantemente 10.000 euro al mese 
	(magari, è solo lesempio di prima), pari a 
	a 120.000 euro lanno (in tale valore si considera già presente linflazione 
	
..) quindi 2.400.000 di euro nel complesso dellattività, e se paga 
	il 4% di solidarietà (valore proposto) versa 
	ad Inarcassa 4.800 (basta raddoppiare)  euro lanno pari 96.000 euro di 
	contributo soggettivo. Al solito,  
	 
	interesse reale netto composto 3%, dopo 20 anni il capitale versato 
	corrisponde a 132.864, 
	che sommati al soggettivo che era  
	332.160 euro porta ad un versamento complessivo di 465.024, con la 
	sorpresa che questa volta, dopo 18 anni il capitale residuo aumenta (nelle 
	casse di Inarcassa) a 481.337 euro.  
	            C non riprende neppure gli interessi di quanto ha versato o 
	fatto versare! 
  
	            Questa volta si è superato il limite.  
	            R riprende tutto, suo o non suo che sia, svalutazione ed 
	interessi compresi, mentre R non prende neppure gli interessi che quanto 
	versato, o fatto versare, produce. 
	            Sono senza parole, suggeritemele! 
	            Nonostante questo contributo il buco non si chiude, e prima o 
	poi uscirà fuori (gli R sono il 5% che, per quanto spremuti oltremodo non 
	possono materialmente ripianare lammanco del 95% degli iscritti). 
	            Una considerazione buttata là: se la vita media dovesse 
	aumentare (è probabile) il professionista R o di serie A, vivendo di più, 
	tornerebbe a mettere in difficoltà la cassa, mentre C più vive più ci 
	rimette, quindi economicamente dovrebbe augurarsi di morire prima possibile! 
	Ma dai! 
  
	            Alla proposta di Inarcassa di aumentare il contributo 
	integrativo dal 2 al 4% i Ministeri Vigilanti, diversamente rispetto ad 
	altre Casse, hanno risposto praticamente in maniera negativa ritenendo 
	trattarsi di un provvedimento isolato, in un contesto che invece richiede 
	una serie di interventi più articolati. 
	            Personalmente spero che i Ministeri Vigilanti condividano il mio 
	pensiero, mentre Inarcassa ha illustrato linterlocutoria (in pratica 
	negativa) nota ministeriale come un sollecito per una serie di interventi 
	organici. Ovvio che per il ministero il passaggio al sistema contributivo 
	(paghi e prendi in proporzione a quanto hai versato) è quello che dà le 
	migliori garanzie e fa dormire sonni tranquilli. 
	            In pratica il passaggio dal 2% al 4% da solo non va! 
  
	            Ed ecco che al Comitato Nazionale dei Delegati del 5, 6 ottobre 
	2006 (vedasi mio precedente articolo) è stato presentato uno studio 
	finalizzato a garantire la sostenibilità di Inarcassa nel lungo periodo 
	(Sostenibilità modifiche artt. 22, 23, 25, 26, 35 e 42 dello Statuto) con un 
	ventaglio di proposte (le ripeto per chi non vuole ricercarle) 
  
1) 
	aumento del contributo soggettivo dal 10 al 15% (11% dal 2008, 13% dal 2009, 
	15% da 2011) 
2) 
	aumento del contributo integrativo dal 2 al 4% (dal 2008) 
3) 
	calcolo della pensione su un numero maggiore di redditi annui per arrivare 
	sino allintera vita contributiva, con allungamento del calcolo anno per 
	anno 
4) 
	aumento del contributo soggettivo (ed anche integrativo) minimo con 
	sganciamento della pensione minima dal rapporto con minimo predetto (ora 
	8/1) passando invece ad una rivalutazione in bas allinflazione (la proposta 
	è il raddoppio dei minimi) 
5) 
	riduzione della pensione di anzianità in funzione delletà. 
  
	            Proposte in cui brilla lassenza della proposta principale  
	riduzione delle pensioni sproporzionate ai versamenti (lo ho già detto, i 
	vari A o R non considerano neppure lipotesi primaria di ridursi le 
	pensioni). 
  
	            E tempo di concludere e veniamo alle risposte del sottoscritto 
	ai vari punti proposti e non proposti, ed alle risposte che verranno dai 
	destinatari della presente. 
  
	            a) proposta (del tipo auspicato dal Ministero, vedasi quanto già 
	attuato dalla cassa Geometri e da altre casse) di passaggio al sistema 
	contributivo (pensioni calcolate in sostanza con tale sistema) con un 
	contorno di ipotesi quali contributo integrativo che passa dal 2 al 4%, 
	innalzamento del contributo integrativo al 15 o più %  etc. 
	            Nota: con il passaggio al contributivo la vita di Inarcassa si 
	allunga indefinitamente. 
  
	                  a1) risposta egoistica di C del tipo muoia Sansone con 
	tutti o Filistei: 
	                        bene per il passaggio al contributivo, tanto per 
	come siamo trattati è  
	                        sempre ed in ogni caso un miglioramento! Con tale 
	passaggio   
	                        linnalzamento dei contributi, soggettivo o 
	integrativo non serve (così  
	                        almeno non si anticipano capitali e, se voglio 
	risparmiare, lo faccio da  
	                        solo). Tutte le altre risposte non le do, basta 
	questa, nessun aumento 
	                  a2) risposta del sottoscritto che ho già esposto in sede 
	di CND: un colpo  
	                        al cerchio ed uno alla botte – si prendano cioè più 
	iniziative quali riduzione  
	                        del coefficiente del calcolo delle attuali pensioni 
	retributive Inarcassa di  
	                        almeno in 30% (riduzione delle pensioni future di 
	almeno il 30%)  
	                        contributo soggettivo da elevare dal 10 al 12%, 
	integrativo dal 2 al 4% etc  
	                        (in breve vedasi mio intervento nel precedente 
	articolo) 
	                  a3) risposta egoistica di R: non se ne parla nemmeno  
	                  a4) risposta non egoistica di R: non se ne parla nemmeno
	 
	                  a5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
	                         
	            b) aumento del contributo soggettivo dal 10 al 15% (11% dal 
	2008, 13% dal 2009,  
15% da 
	2011) 
	            Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di 
	Inarcassa (prima della bancarotta prevista tra una trentina di anni  gli 
	studi attuariali variano nel tempo -) si allungherebbe di circa 6-8 anni. 
	(Fonte, come le altre note, Ufficio Studi Inarcassa) 
  
	                  b1) risposta egoistica di C del tipo muoia 
 se proprio 
	devo rispondere: 
	                        bene per il passaggio al contributivo, resti il 10% 
	o magari si torni al 6% o  
	                        anche meno, tanto non cè ritorno conveniente C 
	                  b2) risposta che ho già esposto in sede di CND: elevare in 
	tempi brevi (prima 
	                        si comincia a tappare il buco meglio è per tutti) il 
	contributo soggettivo dal  
	                        10 al 12% 
	                  b3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno, 
	quando sarò andato  
	                        io in pensione si prendano pure altri provvedimenti 
	                  b4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone 
	lufficio studi  
	                  b5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
  
	            c) aumento del contributo integrativo dal 2 al 4% (dal 2008) 
	            Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di 
	Inarcassa (prima della bancarotta 
.) si allungherebbe di circa 5-6 anni. 
  
	                  c1) risposta egoistica di C del tipo muoia 
 ma se 
	proprio devo rispondere: 
	                        resti il 2% se proprio non lo si può diminuire, 
	tanto non cè ritorno  
	                        conveniente per C 
	                  c2) risposta che ho già esposto in sede di CND: passaggio 
	prima possibile dal 
	                        2 al 4% 
	                  c3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno, 
	quando sarò andato  
	                        io in pensione si prendano pure altri provvedimenti 
	                  c4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone 
	lufficio studi  
	                  c5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
  
	            d) calcolo della pensione su un numero maggiore di redditi annui 
	per arrivare sino allintera vita contributiva, con allungamento del calcolo 
	anno per anno 
	            Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di 
	Inarcassa (prima della bancarotta 
.) si allungherebbe di circa 1-2 anni. 
  
	                  d1) risposta egoistica di C del tipo muoia 
 se proprio 
	devo rispondere: 
	                        va bene, peccato che di più non si possa fare su 
	questo punto 
	                  d2) va bene, lasciando lo scarto dei primi 3-5 anni (che 
	sono di assestamento) 
	                  d3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno, 
	quando sarò andato  
	                        io in pensione si prendano pure altri provvedimenti 
	                  d4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone 
	lufficio studi  
	                  d5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
  
	            e) aumento del contributo soggettivo (ed anche integrativo) 
	minimo con  
	                sganciamento della pensione minima dal rapporto con minimo 
	predetto (1/8) 
	            Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di 
	Inarcassa (prima della bancarotta 
.) si allungherebbe di circa 1 anno. 
  
	                  e1) risposta egoistica di C del tipo muoia 
 ma se 
	proprio devo rispondere: 
	                        nessun aumento dei minimi è necesessario passando 
	dal retributivo al  
	                        contributivo, anzi i minimi si possono addirittura 
	eliminare. 
	                        Qualora lauspicato predetto passaggio non ci sia, 
	ottimo è lo  
	                        sganciamento della pensione minima dal rapporto col 
	minimo predetto,  
	                        cioè più bassa è la pensione minima meglio è, così 
	si evitano anche  
	                        pensioni costruite a reddito zero e così che anche 
	R possa comprendere 
	                        il significato del vocabolo elemosina 
	                  e2) non sono daccordo in quanto un minimo di solidarietà 
	deve pur esserci, e  
	                        se ci si accanisce pure sulle pensioni minime e 
	meglio che Inarcassa  
	                        chiuda, avendo perso di vista la solidarietà con 
	le categorie più deboli. 
	                        Piuttosto si combattano le pensioni minime 
	artatamente costruite nel  
	                        tempo con reiterate dichiarazioni di reddito zero e 
	reiterati pagamenti dei  
	                        minimi, senza cancellazioni da Inarcassa, situazioni 
	che testimoniano la  
	                        finalità dei versamenti al conseguimento della 
	pensione minima retributiva  
	                        (nessun professionista sopravvive a 30 anni di 
	reddito zero se non in  
	                        quanto ha altrefonti di guadagno ed investe, con i 
	minimi, nella pensione  
	                        Inarcassa) 
	                  e3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno, 
	quando sarò andato  
	                        io in pensione si prendano pure altri provvedimenti 
	                  e4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone 
	lufficio studi  
	                  e5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
  
	            f) riduzione della pensione di anzianità in funzione delletà. 
	            Nota: con tale intervento non si ripiana il buco, ma la vita di 
	Inarcassa (prima della bancarotta 
.) si allungherebbe di circa 1 anno. 
  
	                  f1) risposta egoistica di C del tipo muoia 
 se proprio 
	devo rispondere: 
	                        bene, meglio se si possono ridurre di più tali 
	pensioni, ad esempio come  
	                        già fatto dai geometri, o meglio ancora se per tali 
	pensioni si passi al  
	                        contributivo puro così che quando i vari R avranno 
	compreso  
	                        integralmente il significato del vocabolo 
	elemosina, si vedrà, come per  
	                        incato, sparire o quasi, qualsiasi richiesta di 
	pensione di anzianità 
	                  f2) lasciare la proposta valida dellufficio studi nei 
	casi di invalidità, inabilità  
	                        etc, penalizzando, come fatto dai geometri, le altre 
	richieste, consentendo  
	                        però il prosieguo dellattività senza cancellazione 
	dallalbo 
	                  f3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno, 
	quando sarò andato  
	                        io in pensione si prendano pure altri provvedimenti 
	                  f4) risposta non egoistica di R: va bene quanto propone 
	lufficio studi  
	                  f5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
  
	            Potrebbero avanzarsi altre proposte, quale ad esempio quella di 
	elevare gradualmente letà pensionabile, proposte che al momento incontrano 
	diverse difficoltà tecniche, ma che in definitiva sono corrette: cresce la 
	vita media, deve crescere letà pensionabile. 
  
	            Comunque le formulo ancora io 
	            g) portare letà pensionabile a 70 anni con scatto di un anno 
	ogni due, a partire dal 1° gennaio 2008 (in fin dei conti occorre solo 
	mettere mano allart. 25 dello Statuto e sempre di mdifica statutaria si 
	tratta). 
  
	                  g1) risposta egoistica di C del tipo muoia 
 se proprio 
	devo rispondere: 
	                        bene, meglio però portare da subito letà 
	pensionabile a 70 anni da subito        
	                        così in questi 10 anni il buco cassa si chide, 
	inoltre con altri 10 anni di  
	                        attività arriverò a 30 anni di contribuzione e potrò 
	godere dei vantaggi di R  
	                  g2) leggere il titolo 
	                  g3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno, 
	quando sarò andato  
	                        io in pensione si prendano pure altri provvedimenti 
	                  g4) risposta non egoistica di R: mi astengo, quando 
	lufficio studi proporrà  
	                        valuterò, ma al momento rimangano i 65 anni 
	                  g5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
  
	            h) Usare il sistema retributivo per tutti sino ai 65 anni di 
	età, il sistema contributivo per tutti dopo i 65 anni di età; chi a 65 anni 
	di età non ha almeno 30 anni di contribuzione o ritarda il pensionamento 
	sino al raggiungimento di almeno 30 anni di contribuzione o il retributivo 
	subisce una decurtazione del 20% rispetto il normale metodo di calcolo. 
  
	                  g1) risposta egoistica di C: bene, ma al posto del punto e 
	virgola mettere un  
	                        punto e cassare il resto 
	                  g2) leggere il titolo 
	                  g3) risposta egoistica di R: lasciamo le cose come stanno, 
	quando sarò andato  
	                        io in pensione si prendano pure altri provvedimenti 
	                  g4) risposta non egoistica di R: va bene ma sostituire il 
	20% col 40% 
	                  g5) la Vostra risposta se diversa dalle precedenti  
  
	            Entro il 10 novembre prossimo dovranno pervenire ad Inarcassa 
	proposte sugli argomenti di cui sopra (io lo farò) per cui Vi prego, se 
	volete rispondermi, di rispondere con ampio anticipo a questa specie di 
	sondaggio così che possa tenerne conto. 
  
	            a) proposta di passaggio al sistema contributivo  
	                        – si, concordo con la risposta a1) 
	                        – si, concordo con la risposta a2) 
	                        – si, concordo con la risposta a3) 
	                        – si, concordo con la risposta a4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
	            b) aumento del contributo soggettivo dal 10 al 15% (11% dal 
	2008, 13% dal 2009,  
	                15% da 2011) 
	                        – si, concordo con la risposta b1) 
	                        – si, concordo con la risposta b2) 
	                        – si, concordo con la risposta b3) 
	                        – si, concordo con la risposta b4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
	            c) aumento del contributo integrativo dal 2 al 4% (dal 2008) 
	                        – si, concordo con la risposta c1) 
	                        – si, concordo con la risposta c2) 
	                        – si, concordo con la risposta c3) 
	                        – si, concordo con la risposta c4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
	            d) calcolo della pensione su un numero maggiore di redditi annui 
	per arrivare sino  
	                allintera vita contributiva, con allungamento del calcolo 
	anno per anno 
	                        – si, concordo con la risposta d1) 
	                        – si, concordo con la risposta d2) 
	                        – si, concordo con la risposta d3) 
	                        – si, concordo con la risposta d4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
	            e) aumento del contributo soggettivo (ed anche integrativo) 
	minimo con  
	                sganciamento della pensione minima dal rapporto con minimo 
	predetto (1/8) 
	                        – si, concordo con la risposta e1) 
	                        – si, concordo con la risposta e2) 
	                        – si, concordo con la risposta e3) 
	                        – si, concordo con la risposta e4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
	            f) riduzione della pensione di anzianità in funzione delletà. 
	                        – si, concordo con la risposta f1) 
	                        – si, concordo con la risposta f2) 
	                        – si, concordo con la risposta f3) 
	                        – si, concordo con la risposta f4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
	            g) innalzare gradualmente letà pensionabile. 
	                        – si, concordo con la risposta g1) 
	                        – si, concordo con la risposta g2) 
	                        – si, concordo con la risposta g3) 
	                        – si, concordo con la risposta g4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
	            h) retributivo per tutti sino ai 65 anni di età, poi 
	contributivo per tutti dopo i 65 anni di età; penalizzazione per chi non 
	raggiunge di almeno 30 anni di contribuzione. 
	                        – si, concordo con la risposta h1) 
	                        – si, concordo con la risposta h2) 
	                        – si, concordo con la risposta h3) 
	                        – si, concordo con la risposta h4) 
	                        – no, propongo quanto segue 
. 
  
            A presto e vi 
	ringrazio sin dora per leventuale risposta. 
  
            BRODOLINI 
	MARIO-FRANCESCO 
DELEGATO INARCASSA PER LA 
	PROVINCIA DI MACERATA 
   
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